LECCE- I provvedimenti per l’eradicazione del batterio Xylella vanno attuati, e questo è molto importante. E queste misure comprendono la rimozione degli alberi infetti e delle piante potenziali ospiti in un raggio di 100 metri, nei focolai fuori dalla provincia di Lecce, la “zona infetta”, e misure di contenimento al suo interno, in particolare nella fascia di Nord Ovest confinante con le province di Brindisi e Taranto.
Si preannuncia battaglia tra la Procura di Lecce e l’Unione Europea dopo le dichiarazioni del Procuratore capo di Lecce Cataldo Motta alle quali oggi risponde da Bruxelles, Enrico Brivio, il portavoce dell’Esecutivo comunitario per l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza alimentare. La Commissione europea, dice, “non ha al momento alcuna indicazione del fatto che l’Italia le avrebbe comunicato dati sbagliati” . L’Unione Europea è stata ingannata. E su dati sbagliati si è mossa per le sue direttive rigide direttive su Xylella, erano state le parole di motta all’indomani del sequestro d’urgenza disposto per salvare gli ulivi dall’abbattimento.
“La Commissione europea non commenta le inchieste giudiziarie in corso”, continua Brivio, ma ricorda che, laddove si è diffusa, “la Xylella è uno dei patogeni delle piante più pericolosi, con un enorme impatto economico sull’agricoltura”.
Il portavoce ha riconosciuto che “resta da capire pienamente il ruolo specifico svolto dalla Xylella e le sue implicazioni” nella diffusione della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi in Salento; tuttavia, ha puntualizzato, il batterio “è stato trovato in piante giovani che mostravano i segni della sindrome e che non avevano altri patogeni”.
Brivio ha poi ricordato che recentemente la Commissione ha messo in mora l’Italia per non aver pienamente realizzato il piano contro la Xylella, che nell’Ue è considerato un patogeno da quarantena. Questo significa che vanno attuati provvedimenti per l’eradicazione del batterio.
