CronacaPolitica

La Soprintendenza spariglia le carte: “No ristorazione a Casa Comi e Circolo cittadino”

LUCUGNANO- Né a Palazzo Comi né al Circolo cittadino si potrà fare attività di ristorazione. È il limite più importante che la Soprintendenza alle Belle Arti impone alla Provincia di Lecce. Un vincolo che, soprattutto per il gioiellino di via Rubichi, rischia di pesare non poco sulle sorti del bando della discordia, quello per l’affidamento congiunto dei due beni a privati per trent’anni.
“Stiamo leggendo con attenzione il parere e stiamo facendo una verifica con gli uffici legali. Saremo conseguenziali”, dice il presidente della Provincia Antonio Gabellone. Per la casa del poeta di Lucugnano, inoltre, si è in attesa dei pareri in arrivo dalla Soprintendenza ai beni archivistici di Bari, la direzione che sta valutando l’esistenza di altri vincoli più stringenti sul patrimonio librario di inestimabile valore presente nella casa museo di Girolamo Comi.

È il risultato dell’azione innescata dal comitato Pro Palazzo Comi, che per due mesi ha occupato l’immobile di Lucugnano, sollevando molti dubbi sul bando di Palazzo dei Celestini. Le richieste di intervento inviate al Ministero dei Beni Culturali sono, dunque, ritornate nel Salento, mettendo in moto gli enti territoriali.

La gara, al momento, non è stata ancora assegnata e, a quanto si apprende, sono due le aziende che hanno partecipato, vale a dire Axa e il consorzio con capofila Protem. Una diffida a procedere nell’assegnazione è stata inviata a tutti i membri della commissione di gara, ai tecnici responsabili del procedimento e alle due aziende, poiché il Comitato contesta il fatto che il bando non rispetti la legge Delrio sulle competenze in materia culturale. Ora bisognerà attendere le mosse della Provincia per capire quale sarà la sorte del bando, che, appunto, prevedeva l’attività di ristorazione ritenuta ora non ammissibile, poiché “comporterebbe degli adeguamenti dell’immobile non compatibili con le esigenze di tutela”.

Benché fosse necessario incamerarlo prima, il parere favorevole della Soprintendenza è stato richiesto postumo. È comunque positivo, ma prevede, si diceva, condizioni stringenti.  Per Palazzo Comi, tra l’altro, si dice che il restauro dev’essere rispettoso dello stile e architettura dell’immobile, che la destinazione d’uso debba essere compatibile con il decoro dell’edificio e l’uso originario, dunque con attività sociali e culturali. Tutte le opere da eseguire dovranno essere autorizzate preventivamente dalla Soprintendenza.

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