Cronaca

Incendio ex deposito rifiuti: la nube di fumo non si ferma. Pericolo segnalato più volte

LECCE- Il Noe aveva segnalato il pericolo di incendio più volte. Mentre la nube di fumo -nocivo, questo è certo- non si ferma, alimentata da vari focolai che i vigili del fuoco sono impegnati a domare da ore, emerge che i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce se ne preoccupavano da tempo. Varie volte i militari hanno segnalato, scrivendo alle amministrazioni competenti, tra cui Comune e Provincia di Lecce, la potenziale pericolosità del sito, vista la presenza al suo interno di materiale infiammabile. E il comune, il 5 ottobre 2010, dopo il sequestro, emise un’ordinanza ad hoc per chiedere la bonifica del sito. Tutto era però nelle mani dell’ufficiale giudiziario e nulla è stato fatto.

A novembre 2014 – ci spiega il dirigente del settore ambiente del comune Fernando Bonocuore- ci scrisse la Provincia, chiedendoci di emettere un’ordinanza e noi rispondemmo di averlo già fatto ben 4 anni prima”.

Nell’incendio scoppiato nell’ex deposito “Aspica Recycling” nella zona industriale tra Lecce e Surbo, sono bruciate tutte le ecoballe lì custodite e abbandonate da tempo. Rifiuti: carta e plastica, trasformati in fumo tossico. Il deposito fu sequestrato a gennaio 2010 e dissequetrato 4 anni dopo; poi fu messo all’asta. Ed è qui che si concentrano le indagini degli inquirenti: l’assegnazione tramite asta giudiziaria è stata eseguita il giorno prima che scoppiasse l’incendio. Tutto lascia quindi pensare che il rogo sia di origine dolosa. Intanto l’assosore all’ambiente andrea guido ha chiesto alla Asl di verificare se le aziende nei dintorni abbiano adottato le misure di sicurezza, se i dipendenti stiano indossando le mascherine.

Il Comune di Lecce ha chiesto all’Arpa e agli organi competenti che venga fatta chiarezza per comprendere se la nube che ha invaso diverse zone della città e che è scaturita dalla combustione di materiali e sostanze ha provocato un inquinamento dell’aria con possibili ricadute sulla salute comune.  “Se dovesse essere accertato un danno alla salute pubblica -si legge nella nota di Palazzo Carafa- l’Amministrazione Comunale adotterà le opportune azioni nei confronti dei responsabili”. 

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