LECCE- Il gasdotto Tap e le piattaforme petrolifere al largo di Leuca sono le due questioni ambientali più scottanti sul territorio. E il Salento si riscopre terra di contestazioni anche e soprattutto per questi motivi, oltre che per l’applicazione delle misure per l’emergenza Xylella.
Lo conferma il decimo rapporto del Nimby Forum, autodefinitosi «il primo e unico database nazionale delle opere di pubblica utilità che subiscono contestazioni»: 355 in tutta Italia, 16 in Puglia, cinque nel Leccese, tra cui anche la centrale eolica di Vernole-Castrì e la discarica di Corigliano d’Otranto. Questa provincia risulta tra le più “litigiose” d’Italia. Ma sono davvero opere di pubblica utilità quelle contestate? Nonostante la definizione, ciò che sembra mancare è la valutazione del rovescio della medaglia, dell’ascolto delle ragioni del territorio. E, per amore di verità, va sottolineato anche un altro dato: il rapporto del Nimby forum è stato finanziato quest’anno da un ventaglio di aziende che, tra l’altro, anche con il Salento hanno molto a che fare: Enel, Tap, Edison, Terna, A2a, Falck Renewables.
Nel rapporto è spiegato il 62,5 per cento delle rilevazioni (riferite all’anno 2014) riguarda il comparto energetico e soprattutto investono gli idrocarburi e le prospezioni in mare. L’impatto sull’ambiente si colloca al primo posto tra le ragioni di protesta (38,97% sul totale), evidenziando un significativo +89% rispetto al 2013.