Cronaca

Infermieri del Fazzi in stato di agitazione. Non si sentono sicuri

LECCE- Chiedono un incontro alla direzione e denunciano l’insostenibile organizzazione del lavoro gli infermieri del Vito Fazzi di Lecce. Non si sentono sicuri e l’evasione -con tanto di sparatoria- di Fabio Perrone, scappato dal terzo piano dell’ospedale, non ha fatto che amplificare la situazione. Non ultime, le aggressioni al personale.

«La professione dell’infermiere al Fazzi? Quasi uno sfruttamento da “caporalato”. Una situazione allarmante. Una categoria mortificata e calpestata». Non usa giri di parole l’avvocato Antonio Tarantino, segretario della Uil-Sanità -scrive Salutesalento.it- Alla riunione di giovedì scorso, indetta insieme al segretario del sindacato Nursind, Graziano Accogli, è stata decisa la mobilitazione, per dire basta alle condizioni di stress lavorativo degli infermieri.

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«Proclamiamo lo stato di agitazione del personale e giovedì 19 incontreremo il direttore sanitario Antonio Sanguedolce e il direttore del Fazzi, Giampiero Frassanito – spiega Tarantino – Vaglieremo i problemi che riguardano gli infermieri del Pronto soccorso e i gruppi operatori dove l’accorpamento non ha prodotto risultati. Dopo la sparatoria dei giorni scorsi chiederemo che venga tutelata la sicurezza del personale e dei cittadini. E parleremo delle criticità dovute alla mancanza di personale di supporto, come in neurochirurgia, nei laboratori, in genetica medica e via dicendo».

Deciso a fare il punto sulla sicurezza anche Accogli, che guarda ad altre criticità. «Un’altra situazione precaria riguarda l’organizzazione del lavoro e le mancate assunzioni di personale – incalza il segretario Nursind – mancano operatori socio-sanitari, tecnici e infermieri. Il 25 novembre partiranno le disposizioni della comunità europea che prevedono di rispettare 11 ore di riposo dopo ogni turno di lavoro. Riposo che se viene a mancare aumenta concretamente il rischio di errori clinici».

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