CronacaEconomia

Tassa di soggiorno: a Lecce +10 per cento di introiti, ma la riscossione è difficile

LECCE- Per i primi tre trimestri dell’anno, la tassa di soggiorno che spetta al Comune di Lecce ammonta a 446.100 euro, il 10 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Con quei soldi, saranno finanziati i primi corsi di formazione per gli operatori del settore.  Una buona notizia. Ma c’è il rovescio della medaglia.
Di questa somma dichiarata, mancano all’appello 202mila euro, ancora non versati soprattutto dagli alberghi e per una piccola quota (6.600 euro) dai b&b. Problemi di liquidità, probabilmente, hanno impedito finora di incassare quei fondi. I solleciti sono pronti: l’omesso versamento è una sanzione tributaria, per cui chi non è in regola rischia di dover pagare quanto dovuto e un surplus del 30 per cento di quanto non ancora versato.

Poi, c’è l’altro fenomeno: è il mondo del sommerso, delle piccole strutture ricettive, un terzo del totale, che sparisce dall’anagrafe, non comunica alcun dato, neppure quello di clienti pari a zero. Un sintomo meccanico di evasione, spesso scoperto tramite i controlli diretti fatti dagli agenti di polizia municipale. Non un lavoro semplice: dei 320 b&b censiti, solo 238 risultano operativi nel database del settore tributi, ancora meno sono quelli che si dichiarano per la tassa di soggiorno. La mancata dichiarazione comporta una sanzione amministrativa da 150 euro.

Come vengono spesi i soldi della tassa fatta pagare ai turisti? Il 90 per cento degli incassi va a finanziare attività istituzionali, com il servizio di igiene pubblica, gli eventi culturali, nel 2016 servirà anche a sostenere una soluzione alternativa e temporanea alla chiusura della darsena di San Cataldo, per garantire l’attracco dei diportisti a luglio e agosto. Il 10 per cento, invece, è la somma destinata, come da regolamento unico sul territorio, all’impiego condiviso con le associazioni di categoria. E dunque, quest’anno si parte con un corso di inglese turistico e uno di web marketing per gli operatori del settore.

Sono i mesi estivi, ancora, a fare da traino: 43100 euro, infatti, sono stati dichiarati come tassa di soggiorno nel primo trimestre dell’anno, 156mila nel secondo e ben 247mila nel terzo. 

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