TORCHIAROLO –Si è svegliata presto Torchiarolo. Già alle prime luci dell’alba, sono stati bloccati tutti gli ingressi del paese. I negozi sono rimasti chiusi, con le saracinesche abbassate. E tutti, ma proprio tutti, attivisti, agricoltori, semplici cittadini e studenti, hanno partecipato al corteo che per tre ore ha inondato il comune brindisino, dalla piazza centrale al municipio. In fila trattori, anziani, giovani e preoccupazioni.
Una sola è la parola d’ordine: “sabotare il Piano Silletti”, impedire il taglio anche delle piante sane nei tre ettari intorno a quelle risultate infettate da Xylella fastidiosa. È qui, proprio a Torchiarolo, che si concentra il no netto alle misure che non rischiano solo di fare il deserto sui campi, ma di cancellare passato, presente e futuro di questi luoghi.
Contadini e residenti bussano alle porte del Comune di Torchiarolo e degli altri intorno. Chiedono che i sindaci impugnino il Piano del commissario, che “si facciano rappresentanti dei cittadini che li hanno votati e non dei governi”. Perché “sono sindaci, appunto”. E non podestà.
anche molti studenti non sono andati a scuola per partecipare alla manifestazione, per presidiare strade e ulivi, quelli sui quali, nei prossimi giorni, torneranno le ruspe volute dai proprietari e che sono state fermate nel fine settimana. La tensione sale. È nelle cose: tra una settimana, il Tar Lazio deciderà se lasciare in piedi, oppure no, la sospensiva sui tagli degli alberi sani. Dovesse venire meno, le azioni di disobbedienza civile potrebbero farsi ancora più dure. Torchiarolo si prepara al peggio.