Cronaca

Dopo l’acqua, il gas: palazzine senza servizio per colpa di alcuni morosi

LECCE- Dopo l’acqua, è la volta del gas, che rischia di essere tagliato a tutti per colpa della morosità di alcuni. Il debito è alto, ammonta a circa 40.000 euro.Succede in due palazzine ex Iacp di Lecce, in via Bari e in via Machiavelli. Alcuni degli inquilini sono privati, hanno cioè riscattato gli appartamenti.
A causa del mancato pagamento della bolletta al fornitore di metano da parte di qualcuno, il servizio viene interrotto. Niente più gas. Esattamente come successo in tutta la provincia, nei mesi scorsi, per il servizio idrico. In quel caso, vige ancora il blocco del taglio, l’acqua è tornata così come deciso quest’estate grazie ad un tavolo tra tutti gli attori interessati: Regione, Comune, Arca Sud, Acquedotto pugliese e rappresentanti degli inquilini.

L’entità di questo nuovo disagio, e di quella che potrebbe presto diventare un’emergenza, è facilmente intuibile, se si pensa che a breve sarà necessario accendere i riscaldamenti. Fa un po’ di chiarezza il presidente regionale dell’Anaci, Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari, Antonio De Giovanni, che è anche amministratore del condominio di via Bari: “Parliamo del gas per il riscaldamento e non di quello per l’accensione dei fornelli. Quest’ultimo si basa su contratti autonomi tra inquilino e fornitore. Il primo riguarda invece il riscaldamento centralizzato del condominio e, a causa del debito e del fatto che né Arca né tantomeno gli inquilini che hanno sempre pagato vogliono accollarselo, il servizio non partirà. Succederà suppergiù a novembre”.

Il problema, dunque, c’è. Se nessuno ripianerà il debito, si starà al freddo e al gelo. Alcuni hanno già presentato la richiesta per avere un impianto autonomo in casa propria. Un po’ come successo per i contatori dell’acqua: se ognuno ha il proprio, il servizio viene interrotto solo a chi effettivamente non paga.

Ora gli inquilini sperano che, come per il caso del taglio dell’acqua, le istituzioni si uniscano per tamponare la situazione. Finché non si stabilirà chi e come debba pagare, l’imminente inverno si prospetta più che rigido.

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