Cronaca

Il padre di Emanuele: “Mio figlio ucciso dalla malasanità”. Sospetti sul farmaco, forse una reazione allergica

NOVOLI (di Mariella Costantini) – Nella testa e nelle parole di Maurizio, padre di Emanuele, il 25enne di Novoli morto improvvisamente domenica mattina, così come in quelle del fratello c’è un’unica convinzione: il cuore di Emanuele non si è fermato per cause naturali, così come dicono i medici, ma a causa dell’imperizia e della negligenza dei medici.
“Siamo stato trattati come degli animali”, dice Maurizio tra le lacrime. “Non ha neanche la forza di alzarsi dalla poltrona sistemata in quella stanza, pronta ad accogliere la bara del figlio”. Ad aspettarla la madre e i tre fratelli, che ora gridano giustizia.

Perché accettare quello che è accaduto è davvero difficile. Emanuele si è sentito male sabato sera, tanto da lasciare il suo lavoro, in un’azienda di Corigliano d’Otranto. Quel dolore lancinante alla gamba non gli lasciava tregua. Maurizio ripercorre minuto per minuto tutto l’accaduto, come in un film quelle tragiche ore gli passano davanti e non lo lasceranno mai più.

Sono stati gli ultimi attimi di vita di quel ragazzo giovane e forte che non aveva mai avuto problemi. Lui sa di non aver sottovalutato nulla: si è messo in macchina e ha rintracciato in paese il medico curante, lo ha portato a casa. È stato lui a consigliare la visita in pronto soccorso. Papà, mamma ed Emanuele al Fazzi ci arrivano alle otto della sera. I problemi cominciano lì. Un’ora di attesa, in codice verde, poi una visita che dura pochi minuti, un’iniziezione di antiffiammatorio e poi, nonostante le proteste, il ragazzo viene rimandato a casa.

La cena, un po’ di tv e di musica, con il dolore che non lo abbandona mai. Il risveglio la mattina, due parole scambiate con il fratello passato a salutarlo.  “Poi, dice Maurizio, ho visto morire mio figlio nel suo letto”.

L’ambulanza, secondo il racconto del padre, è arrivata dopo mezz’ora. Un tentativo inutile di fargli ripartire il cuore con una scarica del defibrillatore, la corsa in ambulanza. Una delle ipotesi è che Emanuele sia morto per una reazione allergica al farmaco. Sul corpo e sul viso aveva delle macchie rosse sospette. Il pm Vallefuoco ha aperto un fascicolo. L’autopsia potrà chiarire meglio i contorni della vicenda che ha sconvolto una comunità intera. Una famiglia semplice che chiede giustizia così come il sindaco che sta provvedendo alle spese del funerale.

 

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