LECCE- Il presunto intreccio tra Scu e politica cittadina finisce sul tavolo della Commissione parlamentare antimafia. Il Pd invia un dossier alla presidente Rosi Bindi, un rapporto in cui vengono ricostruite le “relazioni pericolose tra amministratori pubblici, attualmente in carica in seno al Consiglio comunale, e la criminalità organizzata locale”.
Le intercettazioni telefoniche rivelate nell’ambito dell’inchiesta Eclissi fanno tremare le vene e i polsi: possibili legami tra politici e clan leccesi per i guadagni legati all’affissione dei manifesti; presunto inquinamento delle primarie del centrodestra; il sospetto che a fare da sfondo ci sia la logica del do ut des. Non c’è al momento un fascicolo aperto per voto di scambio, questo è da precisare, ma i dettagli emersi dalle telefonate intercorse tra l’assessore Severo Martini e l’indagato Mario Blago lasciano sul campo inquietudini.
Nel dossier dei democratici di via Tasso anche il capitolo, sempre scottante, dell’assegnazione degli alloggi popolari, “promessi in cambio di voti”, stando alle denunce fatte dal centrosinistra nel corso della campagna elettorale per le amministrative 2012 e sulla base delle quali è stata avviata un’inchiesta dalla Procura. “E’ vero che a Lecce per troppi anni centinaia e centinaia di alloggi comunali sono stati assegnati senza bando e senza lo straccio di una graduatoria. È altrettanto vero che la gestione dell’Ufficio casa sia stata affidata per anni a dipendenti della Lupiae, società partecipata del Comune, e che sono stati arrecati notevoli danni alle casse dell’Ente”.
Per tutto questo, una delegazione del Pd, il 21 settembre scorso, ha incontrato il Prefetto e ora chiede alla Commissione antimafia di “verificare eventuali connessioni o contiguità della criminalità con esponenti istituzionali di primo piano, tutt’ora al governo”.
