Cronaca

Progetto Nickel-friendly, la speranza per gli allergici al nichel arriva da qui

LECCE- L’allergia al nickel è, oggi, sempre più diffusa. La sua prevalenza nella popolazione generale si aggira intorno al 10-15% con punte fino al 28% nella popolazione femminile. I soggetti allergici spesso conducono una vita di privazioni e di costante attenzione agli oggetti utilizzati, ai cibi ingeriti, alle sostanze inalate. Il nickel, infatti, è un metallo altamente resistente all’aria e all’acqua. È presente nel suolo, nell’acqua, nei substrati vegetali in concentrazioni che variano a seconda del terreno, del grado di inquinamento industriale, dei pesticidi o fertilizzanti utilizzati.
la lista dei cibi concessi è estremamente limitata. Un Gruppo di lavoro già in precedenza insediatosi presso la ASL di lecce, insieme ai ricercatori del Dipartimento di Scienze del Suolo, delle Piante e degli Alimenti dell’Università “A. Moro” di Bari, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari-CNR e del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, ha focalizzato la sua attenzione sul grano e sul pomodoro, alimenti – soprattutto quest’ultimo – ad elevata concentrazione di nickel, certamente tra i più ambiti dai pazienti, in quanto largamente utilizzati non solo dalla popolazione mediterranea.

Dopo la messa a punto di pratiche agronomiche per la produzione in campo, accuratamente vagliate a partire dall’analisi dei terreni di coltura, si è giunti alla produzione di pomodoro contenente una quantità di nickel compresa tra 0,25 e 0,40 mg/kg s.s.(sostanza secca), davvero irrisoria se confrontata con le concentrazioni di metallo attribuite al pomodoro fresco e ordinariamente stimate a più di 1 mg/Kg di alimento, con oscillazioni in eccesso anche significative variabili in funzione dei terreni di provenienza e delle pratiche di coltivazione.Per studiare gli effetti degli alimenti funzionali direttamente sui pazienti, è in corso il monitoraggio del quadro clinico di un ampio gruppo di soggetti volontari.

“L’obiettivo del progetto” – spiega il dott. Mauro Minelli, primo ideatore del progetto – “oltre a quello di rendere disponibili sul mercato alimenti nickel-free sicuri ed affidabili, come d’altro canto avviene per quelli senza glutine, è definire, nella complessità che lo caratterizza dal punto di vista eziologico, patogenetico, clinico e gestionale, il quadro sintomatologico, piuttosto composito e variegato, di una sindrome in forte progressione epidemiologica, che di fatto costituisce un modello nosologico quanto mai interessante per i suoi tanti risvolti sanitari e per la quale si rende assolutamente necessaria un’azione fortemente interdisciplinare. La complessità del quadro clinico unitamente alla difficile gestione nutrizionale, implica, infatti, che non può essere un solo Specialista a gestire questa patologia, che potrà, invece, essere efficacemente affrontata e risolta solo grazie al lavoro integrato di una équipe esperta composta da competenze diverse tra loro connesse e sintonizzate”.

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