TARANTO – 87 proprietà del valore di alcuni milioni di euro, riconducibili a 15 ex dirigenti dell’Ilva, sono stati sottoposti a sequestro conservativo su disposizione del gip Vilma Gilli.
10 dei dirigenti sono imputati nel processo “ambiente svenduto” per il presunto disastro ambientale provocato dal Siderurgico che inizierà il 20 ottobre prossimo. Un sequestro che mira quindi a congelare i beni nel caso di un eventuale risarcimento dei danni. A rivalersi nei confronti degli ex dirigenti Ilva sono stati Angelo, Vincenzo e Vittorio Fornaro,titolari della masseria Carmine, che ha subito l’abbattimento dei capi di bestiame a causa dei veleni prodotti dall’Acciaieria.
Migliaia di capi di bestiame destinati all’alimentazione, abbattuti per la contaminazione da diossina e pcb, in seguito all’attività di pascolo in zone aggredite dall’inquinamento prodotto dall’Ilva. Per numerose aziende che si occupavano dell’allevamnento ovino-caprino fu il tracollo.
I Fornaro hanno deciso di rivalersi non più sulla società per azioni, ma sugli allora dirigenti che, nei loro rispettivi ruoli, avrebbero concorso al disastro.Tra gli imprenditori destinatari del provvedimento anche Nicola Riva, Fabio Arturo Riva, e , Girolamo Archinà.