Cronaca

“Il nostro Simone è morto qui”, appello contro l’incrocio invisibile

FRIGOLE- Il 30 luglio qui si è spezzata una vita giovane. La vita di un ragazzo perbene, amato da tutti, un lavoratore, con il progetto di un matrimonio e di un futuro bellissimo. Così era Simone Restia, 28 anni, di Frigole. É morto qui, a questo incrocio. Un incrocio “invisibile”. È questa la denuncia della sua famiglia ed il fatto che siano loro, dopo e nonostante la tragedia che li ha colpiti, a lanciare l’appello per la messa in sicurezza di questo tratto, commuove e fa riflettere.
Siamo sulla strada provinciale Lecce-Frigole, a metà strada tra il capoluogo e la marina. Qui c’è un altare che ricorda Simone e c’è una chiazza per terra, resto di un altro incidente. E pochi giorni fa ce n’è stato un altro ancora. Il perché è presto spiegato. La segnaletica è inesistente -qui un cartello è per terra, divelto, abbattuto-; non ci sono dossi nè catarifrangenti; non c’è illuminazione. Praticamente succede spesso che, chi di sera arriva da San Ligorio, non veda affatto l’incrocio e tiri dritto. Quindi è un alternarsi di incidenti e miracoli.

L’impatto in cui ha perso la vita Simone avvenne all’alba. Era in scooter e tornava a casa sua, a Frigole, dopo una notte di lavoro in fabbrica. Da Frigole arrivava un Doblò, che doveva svoltare all’incrocio. Poi lo schianto e il dramma. Ma tutti quelli che lo amavano non lo dimenticheranno mai. Lo testimonia anche questo murales sul muro di cinta di casa. Lo testimonia l’impegno di chi oggi si batte perché nessun’altra famiglia debba piangere su quella strada.

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