LECCE- «Aveva avuto il merito di liberare uno di quei tanti spazi costruiti con denaro del contribuente, caduti poi in abbandono per mancanza di visione strategica del Pubblico e svenduti ad altri interessi, diversi da quelli della collettività. E, in carenza di spazi e politiche sociali e culturali, di riuscire a rappresentare un riferimento, una proposta di aggregazione libera per l’intera città di Lecce.
Questo è stato finora l’esperienza del “Binario68” e questo ancora ci auguriamo possa continuare ad essere, a prescindere dallo sgombero delle ultime ore. C’è bisogno infatti, eccome, tanto più in un ambiente ricco di potenzialità ma troppo spesso autoreferenziale quale quello locale, di sollecitazioni politiche dissonanti o di iniziative sociali radicali e popolari.
Dall’amministrazione locale ci attendiamo invece una riflessione aperta, condivisa con la città, sugli spazi pubblici presenti sul territorio e sulla loro destinazione. Una ricognizione delle politiche di accesso a tali spazi, infatti, non è più rinviabile»