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Mons. D’Ambrosio: “Non rinunciamo a vivere la città”

LECCE- “Il messaggio che tradizionalmente vede tutti noi ai piedi dei SS. Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, è sempre un invito a guardare alle attese, alle emergenze, ai bisogni reali e urgenti della nostra comunità per sentirci richiamati a quella responsabilità che deve vederci impegnati non in attese sterili e in facili piagnistei, accuse e recriminazioni, ma in un corale impegno a comprendere la responsabilità che la casa comune, la nostra Lecce, deve trovare nei suoi abitanti, i fautori e gli artefici di quella “speranza che ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi”

La processione dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato si è conclusa con il discorso dell’arcivescovo Mons. Domenico D’Ambrosio: “Il messaggio che è sempre un invito a guardare alle attese, alle emergenze, ai bisogni reali e urgenti della nostra comunità per sentirci richiamati a quella responsabilità che deve vederci impegnati non in attese sterili e in facili piagnistei, accuse e recriminazioni, ma in un corale impegno a comprendere la responsabilità che la casa comune, la nostra Lecce, deve trovare nei suoi abitanti – ha detto mons. D’ambrosio- Non possiamo non pensare a quanto sta accadendo ogni giorno sul nostro Mediterraneo…E non posso che ringraziare gli operatori e i volontari della Casa della Carità e delle varie mense della città e dei paesi della diocesi, gli operatori del Centro Migrantes, i molti volontari che operano nelle Parrocchie, gli addetti all’Emporio della solidarietà, i responsabili e animatori del Progetto Policoro. A nome di tanti tra voi e mio personale va a loro la nostra gratitudine per la cura, la disponibilità l’attenzione ai profughi e ai tanti poveri che sanno di trovare le nostre porte sempre aperte.

Aumentano i poveri e le loro necessità, non arretra o diminuisce per loro la quotidiana carezza della Provvidenza. Questa accoglienza la si vive in pienezza non solo attraverso il ristabilimento di rapporti umani, ma anche creando o ricreando quelle condizioni ambientali che reclamano da noi tutti. E guardiamo all’oggi della nostra città: questa città va amata, curata, difesa, non mortificata e maltrattata. Ha bisogno di maggiore sicurezza, di tutela, soprattutto di rispetto!”.

Infine un pensiero ai detenuti anche quest’anno: “Non posso concludere senza un caldo saluto agli amici ospiti della Casa Circondariale. A ciascuno di loro e al personale di custodia, il nostro ricordo affettuoso in questo giorno che è festa per tutta la comunità”.

sant oronzo

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