SAN CATALDO- Lo hanno notato in serata come un razzo in direzione nord e subito ha destato sospetti quel gommone agli occhi dei finanzieri che erano sull’aereo per il pattugliamento contro l’immigrazione irregolare.
Poi la conferma: trasportava 167 chili di marijuana. Provenienza: molto probabilmente l’Albania, lì da dove i flussi non si sono mai arrestati, per quanto siano calati, dopo la controffensiva di Lazarat dell’estate scorsa. Si sono dati alla fuga i malviventi, sia lo scafista sia chi quel carico lo avrebbe trasportato poi via terra.
Il gommone di sei metri è stato agganciato dall’aereo delle Fiamme Gialle mentre si trovava a 16 miglia dalla costa di San Cataldo, in acque territoriale, e procedeva da sud verso nord, puntando verso il litorale leccese.
È stato così monitorato dall’alto e grazie a questo i finanzieri sono stati in grado di dare indicazioni precise sul possibile luogo di sbarco. Il velivolo della Guardia di Finanza ha, infatti, allertato due unità del Corpo delle Sezioni Navali di Brindisi e Otranto e la Sala Operativa del Comando Provinciale di Lecce, per indirizzare le pattuglie di “Baschi Verdi” sul luogo presunto dello sbarco. Le pattuglie dei finanzieri, coadiuvate dalle unità cinofile, sono arrivate lì dove hanno trovato un furgone già pronto a partire e sul quale erano stati caricati i borsoni con all’interno i panetti. È successo intorno alle 22 di giovedì sera.
Nessuna traccia del corriere, che probabilmente, allertato dai rumori, si è dato alla fuga a piedi. Idem lo scafista, che si è dileguato: il gommone infatti, dopo aver ripreso il largo, è stato ritrovato spiaggiato a Case Simini, sulla spiaggia leccese, vicino a Torre Chianca. A chi era destinato quel carico? Probabilmente a più organizzazioni criminali, dati anche i contrassegni differenti riportati sui panetti. Sono in corso le indagini. Sotto sequestro la marijuana e il natante, rimorchiato nel porto di San Foca.