Politica

Emiliano vara la Giunta: 3 assessori leccesi e 3 del M5S (che rifiutano), è rivolta per esclusione di Blasi

BARI- Michele Emiliano ha presentato la sua giunta regionale, alla chiusura delle consultazioni a cui sono state invitati i 3mila iscritti delle “Sagre del programma”: con voto online, dalle 12 alle 18, hanno scegliere i primi cinque assessori. E dunque, la squadra è ufficiale e i decreti di nomina firmati: a Giovanni Giannini, barese, eletto col Pd, vanno lavori pubblici – infrastrutture; a Raffaele Piemontese, democratico foggiano, il Bilancio; al tarantino eletto con la lista Sindaco di Puglia, Gianni Liviano, Turismo-Cultura; al leccese Sebastiano Leo, in quota Sel, Formazione-Lavoro; al Popolare di Muro leccese, Salvatore Negro, il Welfare. Due gli assessorati esterni, a due donne: Loredana Capone, riconfermata al timone dello Sviluppo Economico, e Annamaria Curcuruto per la Pianificazione territoriale. Poi, ci sono le nomine per le pentastellate: a Rosa Barone la delega all’Agricoltura, ad Antonella Laricchia quella all’Ambiente, a Viviana Guarini quella al Personale.

Da parte del M5s, però, invito declinato. Anzi, i toni sono duri: “La paura di essere controllato dalla principale forza di opposizione lo ha portato a compiere quello che è un atto di una violenza istituzionale inaudita nei confronti di tutti i pugliesi. non abbiamo intenzione di vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone e piuttosto attendiamo lui, il suo partito e le sue sedicenti aperture al M5S alla prova dei voti quando si tratterà di votare gli incarichi di garanzia e di controllo per le quali abbiamo già dato la nostra disponibilità: Presidenza del Consiglio Regionale e Presidenza delle Commissioni Ambiente e Bilancio”.

Lui tira dritto: la giunta è convocata a Taranto, venerdì, alle 11.30. “Non c’è un piano B: adempiere alla chiamata del Presidente della Regione spero sia vissuto come un dovere e spero che venerdì le consigliere del M5s rispondano presentandosi in giunta”.

Emiliano tratterrà per sé la delega alla Sanità. “La Regione – ha detto – non vivrà una dittatura della Giunta: quella che si avvia sarà una consigliatura costituente e si governerà tramite l’esercizio della legislazione”.

Nel Leccese, però, è già rivolta per l’esclusione eccellente del consigliere più votato di Puglia, il democratico Sergio Blasi, il cui nome non è stato inserito neppure tra quelli da sottoporre al voto delle Sagre. I suoi sostenitori sono sul piede di guerra e nella serata di martedì si inconteranno a Melpignano. In subbuglio anche una parte del Pd: dalla sezione di Copertino, con un documento ufficiale, si prendono le distanze da Emiliano, per non aver visto inserita nella rosa dei nomi proposti i due Consiglieri regionali Sergio Blasi ed Ernesto Abaterusso, risultati i due candidati più suffragati in assoluto in Puglia. “Non accettiamo – dicono – che il PD Salentino possa essere rappresentato in giunta da componenti esterni agli eletti in consiglio regionale”.

“L’assenza nel governo regionale di Sergio Blasi – rincara la dose il deputato Pd Salvatore Capone – può essere letta come uno schiaffo alle migliaia e migliaia di elettori che, con il loro voto e con il loro sostegno lo hanno sancito il candidato più suffragato di Puglia. Ben oltre una rivendicazione di nomi è una scelta che rischia di ingenerare fratture difficilmente risanabili sancendo l’assoluta indifferenza nei confronti delle indicazioni di una parte rilevante, territorialmente e politicamente, dell’elettorato di centro sinistra. Un errore da evitare a maggior ragione in una regione dove il 49 per cento delle elettrici e degli elettori ha scelto di disertare le urne. Salutando il risultato elettorale e la vittoria del Presidente Emiliano avevamo auspicato come una delle mission del nuovo governo regionale fosse quella di rimotivare al voto e al gusto della politica. E avevamo auspicato che la nuova giunta regionale potesse avvalersi delle qualità e dell’esperienza di Sergio, della sua libertà di pensiero e della sua passione politica. Ci spiace dover constatare che così non è stato“.

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