Cronaca

Terremoto giudiziario a Palazzo Carafa, inchiesta case popolari: 4 indagati eccellenti

LECCE- Le ipotesi d’accusa sulle quali stanno lavorando i finanzieri ormai da tempo sono, in sintesi, l’ aver favorito qualcuno nell’assegnazione di alloggi popolari a scapito dei legittimi assegnatari secondo graduatoria.
Una doccia fredda in mattinata per l’assessore alla casa e al bilancio Attilio Monosi, per l’assessore al traffico Luca Pasqualini, per il vicepresidente del Consiglio comunale Antonio Torricelli e per Pasquale Gorgoni, ex addetto all’ufficio casa di Palazzo Carafa.

Alle 8 del mattino i finanzieri si sono presentati nei rispettivi uffici con un decreto di perquisizione e sequestro a firma dei procuratori Antonio De Donno e Antonio Negro. È in quel momento che i tre amministratori e il funzionario hanno saputo di essere indagati nell’ambito di un’inchiesta partita nel 2012 sulla base di un esposto presentato dall’onorevole Teresa Bellanova e dal consigliere comunale Antonio Rotundo, in piena campagna elettorale, quando i due esponenti politici segnalarono una presunta compravendita di voti. I reati contestati arrivano comunque sino ad oggi e sono di : associazione per delinquere, corruzione per un atto d’ufficio, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, abuso d’ufficio, falsità materiale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa. 

Gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria hanno raggiunto Palazzo Carafa ed hanno perquisito gli uffici di Monosi e Torricelli. Nella sede dell’assessorato al traffico, nella palazzina della Polizia Municipale, quello di Pasqualini e contemporaneamente sono stati in via Lombardia. Hanno portato via documenti e computer che potrebbero essere utili al proseguo delle indagini.

Le abitazioni incriminate sono quelle della 167: case parcheggio e case occupate abusivamente con posizioni da sanare e appartamenti in palazzine di nuova costruzione. Non è la prima volta che i finanzieri visitano gli uffici comunali nell’ambito dell’inchiesta che ora, evidentemente, arriva agli sgoccioli. Lo scorso aprile erano stati negli uffici di via Lombardia per lo stesso motivo.

Sono amareggiato, dice il consigliere Torricelli, e non riesco a spiegarmi i motivi per i quali il mio nome compare in quest’indagine. Da consigliere, che di certo non ha la facoltà di assegnare abitazioni, mi sono sempre battuto per la legalità e ho cercato di porre un argine agli sfratti selvaggi che lasciavano famiglie in difficoltà in mezzo ad una strada. Sono fiducioso nell’operato della magistratura, dice, e spero di poter chiarire, in tempi stretti, la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.

Nessun commento dagli altri indagati il cui telefono risulta, al momento, spento.

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