BARI- Le schede elettorali delle Regionali non penalizzano Adriana Poli Bortone e, dunque, possono restare così come sono. Il Tar Puglia ha respinto il suo ricorso, condannandola anche al pagamento di 800 euro di spese processuali. Le elezioni non sono più a rischio, come paventato da Michele Emiliano.
La candidata di Fi e Noi con Salvini aveva chiesto al Tar di annullare, previa sospensiva, la scheda elettorale, ritenendo ci fosse “grave nocumento” a suo discapito, poiché il suo nome sarebbe poco visibile. Secondo il suo legale, l’avvocato Fabrizio Lofoco, risultava una “evidente disomogeneità nella distribuzione dei nominativi e relativi contrassegni dei candidati “, poiché non sarebbe stata consentita un’agevole individuazione del suo nominativo, mentre gli altri erano collocati “in una posizione molto più evidente e facilmente individuabile ai fini della votazione”.
Perché si è giunti a questo? L’ordine di posizione viene deciso con sorteggio compiuto presso la Corte d’appello di Bari: l’inserimento dei candidati e delle liste collegate dispone di nove righe per ciascuna facciata e non è possibile interromperle nel caso di passaggio da una pagina all’altra. Poiché Schittuli ha tre liste ed Emiliano otto, insieme i loro nomi non sarebbero potuti entrare in una facciata. Da qui la necessità di lasciare Schittulli da solo in quella centrale. E per la Poli Bortone, questo sarebbe stato un privilegio che avrebbe deviato l’elettore.
Schittulli ed Emiliano si sono costituiti in giudizio chiedendo che il ricorso venisse giudicato inammissibile. Anche perché, secondo il candidato di centrosinistra, “la macchina organizzativa di Prefettura e Regione è già attiva e la stampa delle schede elettorali è già iniziata”. In tutto devono esserne stampate 4.950.000 e “Si ha notizia – aveva detto Emiliano – del fatto che le imprese incaricate della stampa hanno già scritto alla Prefettura spiegando che, in caso di revisione della scheda, esse non garantiscono la consegna in tempo utile di tutto il materiale istituzionale”.
