LECCE- Ieri la lettera dell’ambasciatore azero sul divieto di ingresso in Azerbijan dei Cantieri Teatrali Koreja, “che – aveva scritto – continuano a difendere un’azione illegale”, con riferimento all’ingresso nel Nagorno Karabakh, stato non riconosciuto e autoproclamatosi indipendente. Oggi, la replica della compagnia: “Non era nostra intenzione essere coinvolti in una disputa territoriale che vede coinvolti due popoli da decenni, e così come decine di altri artisti e intellettuali di tutto il mondo abbiamo inteso soltanto riaffermare il diritto di incontrare con la nostra arte e il nostro spirito libero bambini che hanno gli stessi diritti dei nostri figli. Diritto che ritenevamo ci fosse stato garantito da un regolare invito e permesso rilasciatoci dalle autorità dell’Armenia dove siamo entrati con regolare passaporto. Riteniamo comunque di non dover prendere lezioni di legalità da chi non ha voluto considerare con serietà le legittime rimostranze di un intero territorio e del suo popolo solo per mere esigenze di carattere economico”.
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