Cronaca

Azerbaijan vietato ai Koreja, l’ambasciata: “Difendono l’illegalità. Ora uniti a Puglia con Tap”

LECCE- Una lettera di tre pagine alla nostra redazione per spiegare il perché i Cantieri Teatrali Koreja risultano nella lista di persone non gradite all’Azerbaijan, Paese in cui non possono più entrare. A scriverla è l’ambasciatore azero in Italia, Vaqif Sadiqov, dopo il nostro servizio sulla black list e dopo che del caso si è discusso anche a Bruxelles, il 5 maggio scorso, nell’ambito dell’incontro “Corridoio Sud del Gas: sicurezza energetica, democrazia e diritti umani dall’Italia all’Azerbaigian”. Non sembra essere un caso il riferimento, alla fine della missiva, che il diplomatico fa a Tap come anello di congiunzione tra il suo Paese e la Puglia.

Nodo della questione è il Nagorno Karabakh, dove la compagnia teatrale salentina si è recata nel 2013, uno stato non riconosciuto ma che si è autopraclamato indipendente dall’Azerbaijan nel 1992 e conteso tra questo e l’Armenia.

Una situazione che, con le dovute differenze ma molte somiglianze, ricorda quanto sta avvenendo nell’Est Ucraina. L’ambasciata azera fa la sua ricostruzione storica: “nel 1988, con l’Urss in declino, diversi movimenti ultra nazionalisti armeni promossero pretese territoriali contro l’Azerbaijan, chiedendo l’annessione del Nagorno Karabakh all’Armenia.

Da qui l’inizio di una guerra non dichiarata dall’Armenia contro l’Azerbaijan”, con l’invasione del “20 per cento del territorio” a fronte di una integrità territoriale azera riconosciuta anche da risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu, del Parlamento europeo. Cosa c’entra tutto questo con il Salento?

I Koreja, si diceva, lì per promuovere il dialogo culturale, non possono più tornare, rei di essersi “introdotti illegalmente nel territorio della Repubblica dell’Azerbaigian”, senza visto e senza passaporto, violandone i confini statali. “Una grande violazione della normativa azera”, spiega l’ambasciatore, che aggiunge: è “bizzarro che esponenti del mondo della cultura come i membri dei cantieri teatrali Koreja di Lecce, invece di riconoscere la violazione della legge, continuino a difendere la loro illegale azione. […] nonostante siano stati informati della situazione e delle sue conseguenze legali, hanno deciso di proseguire con il viaggio nei territori occupati”.

Poi, la sottolineatura finale sul matrimonio basato sul gas: “Colpisce la coincidenza per cui questo episodio, del 2013, venga proposto all’attenzione pubblica proprio ora che l’Azerbaijan e l’Italia, con la Regione Puglia in primo piano, saranno uniti da un progetto di tale rilevanza strategica come il Trans Adriatic Pipeline, che proprio il 29 aprile ha ottenuto il via definitivo”.

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