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Corte d’Appello: “Condotta mobbizzante del Comune di Lecce nei confronti di un’impiegata”

LECCE- “Trasferimenti continui, ferie negate, demansionamento“. Una funzionaria denuncia il Comune di Lecce e, dopo aver perso in primo grado, vince in appello. La Corte, con sentenza del 20 aprile scorso, si è pronunciata accogliendo l’appello dell’Avvocato Romeo Russo, che difende la dr.ssa Piera Perulli , e dichiarando che la stessa “è stata oggetto di condotta mobbizzante e dequalificante ad opera dell’Amministrazione comunale di Lecce… “. Entrata in comune nel 1992 con concorso per titoli ed esami, poi confermata dopo un altro concorso riservato a chi già avesse vinto il precedente, poi ancora divenuta funzionaria, la dott.ssa Perulli racconta che presto iniziò per lei una via crucis che sarebbe durata anni e anni. Continui trasferimenti da un ufficio all’altro, lontani dalla sede centrale del comune in piazza s. Oronzo. La denuncia per mobbing nei confronti del comune, fu formalizzata dopo un aborto, nel 1999. La prima sentenza non le diede ragione, non fu riconosciuto il nesso causale. Lo stesso Comune di Lecce, però, fu condannato al pagamento di circa 30.000 milioni delle vecchie lire dal Garante della Privacy per aver diffuso dati sensibili della stessa attraverso l’emittente TeleRama”.

Dopo questo episodio la donna racconta di essere stata “Sottoposta ad una vera e propria persecuzione”. “Nel 2003 sono stata denunciata per aver usufruito, 7 anni prima, dei permessi di diritto allo studio”. (allora era studentessa universitaria).

Racconta poi di aver vissuto, sul posto di lavoro, un gran vuoto. Non aveva vere mansioni, è passata in altri uffici, si è sentita “Isolata in ruoli insignificanti” e poi ricevette una lettera di licenziamento per essersi allontanata dalla sede. “Ero solo andata in bagno ed avevo testimoni che lo confermarono” ci dice. “Ed anche in quel caso finii sulle prime pagine come la “furbetta” che si allontanava dal luogo di lavoro”. Oggi -le chiediamo- cosa rappresenta per lei questa sentenza che le dà ragione? “Sono libera, sono felice, riacquisto un po’ di fiducia nel mondo. Ho vissuto 16 anni di calvario, quando ho iniziato a lavorare ne avevo 26, oggi ne ho 49. in tutto questo tempo ho visto gente incompetente ricoprire ruoli importanti”. Ora la dr.ssa Perulli dovrà essere sottoposta ad una consulenza tecnica per la quantificazione dei danni subiti.

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