CronacaPolitica

Capanna “sfida” Vendola: “Visiti gli oliveti dati per spacciati ma che rinascono”. Vendola: “Ci atteniamo alle normative comunitarie”

BARI- Nel quinto giorno di presidio a Veglie, dalle colonne del Fatto Quotidiano, Mario Capanna, leader delle rivolte del ’68 ed ex deputato, “sfida” Nichi Vendola a “salvare gli ulivi del Salento”, tra l’altro visitando gli oliveti in piena ripresa vegetativa, sebbene dati per spacciati. Un appello che Capanna fa in “veste di olivicoltore in Umbria, prima che in quella di membro della Fondazione Diritti Genetici”, dopo aver visitato, a inizio settimana, le zone dei principali focolai di disseccamento delle piante e toccato con mano il “lavoro svolto dall’associazione Spazi Popolari”.

“Dunque – chiede Capanna – non è vera e propria follia, priva di evidenze scientifiche a sostegno, il ricorso allo sradicamento previsto dal piano regionale Silletti? […] Coloro che hanno guarito le piante, ricorrendo alla antica sapienza contadina, non sono “santoni” (come, con inaccettabile delegittimazione morale, sono definiti dai sostenitori del “piano Silletti”): sono, semplicemente, olivicoltori esperti. Quando su dei cartelli leggi: “Stop frode Xylella”, devi intenderlo come una richiesta di aiuto. Tu puoi dare l’esempio di una politica sana che torni al posto di comando, come è suo dovere: Vai Tu (non aspettare che loro vengano da Te) a parlare con i cittadini dei presidi e ascolta le loro buone ragioni. Troverai persone competenti, capaci e pacifiche. Ti prego di farlo adesso, prima che si arrivi al punto in cui le ruspe siano accompagnate dai carabinieri e tutto degeneri”.

E la risposta del presidente della regione Vendola è giunta: “Posso tranquillizzarti: se prima della tua visita nel Salento fossi passato dagli uffici regionali avresti potuto renderti conto che ci siamo opposti in ogni sede ad una prospettiva di desertificazione di uno dei paesaggi più suggestivi del mondo. Forse sai – aggiunge – che abbiamo voluto una legge di tutela degli ulivi monumentali. Forse sai che per primi abbiamo varato il piano paesaggistico territoriale. L’eradicazione di un “batterio patogeno da quarantena” secondo la direttiva comunitaria va perseguita con le pratiche agronomiche e con l’estirpazione delle piante infette, a prescindere dai test di patogenicità. Un pubblico amministratore deve agire nel rispetto della legge. L’ulivo malato non rimosso oggi sarà la causa di 100 ulivi sradicati domani . Non sono uno scienziato, ho l’obbligo di riferirmi alle strutture preposte”.

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