SAN FOCA-Il Ministero dell’Ambiente ha certificato con decreto che il gasdotto Tap non rientra nell’ambito nell’ambito di applicazione della Legge Seveso. La Regione, il sindaco Potì e gli ambientalisti la pensavano diversamente e hanno insistito sul fatto che per l’approdo fosse necessaria un’ulteriore autorizzazione. Il decreto, che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei Ministri dello scorso 10 aprile, arriva a poco più di un mese dall’ordinanza del Tar del Lazio che ha respinto la richiesta della Regione Puglia di sospendere cautelarmente la nota del Minambiente che aveva dichiarato “superata” la prescrizione a. 13 del decreto di compatibilità ambientale del gasdotto, e quindi la non applicabilità al Prt delle previsioni della Seveso.
In particolare, il Mise, in un documento tecnico firmato dal direttore generale Gilberto Dialuce, rileva tra l’altro che “la tesi secondo la quale all’interno del Prt avverrebbe una manipolazione o trasformazione del gas, per cui l’impianto non potrebbe assimilarsi a una stazione di pompaggio, non appare fondata in quanto in esso non vi è alcuna trasformazione chimica del gas, ma solo una riduzione della sua pressione e temperatura”. Del resto, prosegue il documento, “nessun impianto di Snam Rete Gas … è stato assoggettato a normativa Seveso ivi compreso il terminale Greenstream di Gela del tutto simile a quello del Tap per dimensioni e caratteristiche tecniche”.