Cronaca

L’Odissea dei voucher per il bimbo, la denuncia di una mamma

LECCE- Una giovane mamma ci scrive per denunciare l’odissea per ottenere dei vaucher, dei buoni, per il baby sitting. Si tratta di un sostegno per le famiglie, previsto dalla Legge 92/2012 che ha introdotto,  in via sperimentale per il triennio 2013–2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting, ovvero un contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, da utilizzare negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi. La donna ha 28 anni, è di nazionalità rumena, vive in Italia da 8 anni, è sposata con un italiano ed ha tre figli di 6 anni, 3 anni e 4 mesi. Con la nascita dell’ultimo bimbo, ha aderito al Bando INPS Voucher per il baby-sitting. “Il 16 dicembre -scrive- ho inoltrato la richiesta come da Bando pubblicato dall’Ente in tale data. La richiesta prevedeva che l’ammissione o il diniego al beneficio fosse comunicato alla madre entro 60 giorni dalla richiesta. Tutto ciò non è avvenuto. Il 10 febbraio terminavo quindi il periodo di maternità obbligatoria senza nulla sapere della mia richiesta ma con la certezza di  dover obbligatoriamente rientrare al mio lavoro avendo rinunciato al periodo di maternità facoltativa”.

Da quel momento ci parla di telefonate al numero verde Inps e e-mail, finché non è stata contattata dalla sede provinciale. Ancora settimane di attesa e la minaccia di adire le vie legali e poi la comunicazione: “la pratica non può essere accolta perché formulata fuori dai termini previsti dal bando”.

La mamma rilegge la legge insieme alla persona che l’ha contattata, che alla fine conviene che sì, avrebbe in effetti diritto ai buoni. Dopo altre arrabbiature e minacce di adire le vie legali, ci dice che la richiesta è stata accolta. Parliamo di 2.700 euro.

Poi un nuovo intoppo, ci dice, perché la pratica sarebbe:  “Non di competenza di Lecce; perché Roma non ha comunicato ancora come procedere; perché la sede è sprovvista di Voucher”. Dopo altre rimostranze, la signora dice di essere stata allontanata dagli addetti alla sicurezza. Solo dopo questa lunga odissea, pare si sia risolto tutto: i buoni le spettano e li avrà. Dall’Inps spiegano che è stato necessario del tempo solo perché “La pratica è inconsueta ed erano necessari i dovuti approfondimenti”.

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