LECCE- L”Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari del Ciheam interviene per spiegare che non ha mai introdotto il batterio della Xylella accusato del disseccamento degli ulivi. L’istituto, citato dalla pm Mignone, che ha aperto un’inchiesta sulla provenienza del batterio, spiega che non si è mai avvalso dell’immunità. Tra le ipotesi ventilate c’è quella dell’arrivo del batterio in coincidenza con un convegno tenuto dall’Istituto nel settembre 2010.
«Il Ciheam – Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari – è scritto nella nota – non ha niente da nascondere e da tempo ha già fornito alla Procura di Lecce tutte le informazioni utili alle indagini sulla malattia degli olivi nella zona. Il Nipaf (Nuclei investigativi polizia ambientale e forestale), all’uopo delegato alle indagini dalla Procura della Repubblica di Lecce, ha già ottenuto dal Ciheam di Bari tutta la documentazione richiesta dalla magistratura inquirente in relazione al convegno scientifico ospitato dall’Istituto nel 2010 per la ricerca su una tipologia comunque diversa di Xylella».
«Scienziati di livello internazionale studiarono la genesi della Xylella fastidiosa sui vitigni, altra cosa dal ceppo che sta distruggendo le piante di olivo nelle aree a sud della Puglia». L’Istituto sottolinea che gli scienziati hanno dimostrato che il batterio non poteva diffondersi a 200 chilometri di distanza.