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“Preservate il senso di giustizia”, “La parola contraria” di Erri de Luca

LECCE- “Il sentimento di giustizia è il primo che impariamo. Si può corrompere o si può custodire. Ad ognuno tocca scegliere nella vita. È come se ci fosse una potatura d’impostazione e poi l’albero cresce come vuole”. Lo scrittore Erri De Luca usa questa metafora di fronte alla platea della Feltrinelli, a Lecce, dove ha presentato il suo ultimo libro “La parola contraria”. 

Ritorna su quella parola: “istigazione”, l’accusa che lo ha trascinato sul banco degli imputati nel processo sul Tav, dopo aver detto che quell’opera va “sabotata”. Ad essere processata, dice, è la libertà d’espressione. Non è un vicenda lontana km, quella di torino. È la madre delle battaglie che i territori conducono, per difendere il proprio diritto alla terra e alla salute di fronte ad opere che vengono definite “strategiche” solo per sottrarle alla contestazione. Un parallelo con quanto avviene qui nella vicenda del gasdotto Tap è immediato.

“È un azzardo rompere le righe e farsi additare come oppositore. È una scelta – ha detto De Luca -. Lo ha fatto la mia generazione politica che ha deciso di usare il noi. Ma adesso siamo di fronte a persone fragili”. Poi, la frase in chiusura, quella che racchiude il dovere di dire: “Io grido per non essere convinto dal vostro silenzio”.

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