BARI- Il 25 febbraio dovrebbe essere il termine ultimo nel quale decidere se stare o meno nel Partito o, per meglio dire, allinearsi alla linea politica e partecipare alle riunioni degli organismi di Forza Italia. Sì, perché era l’11 febbraio quando Silvio Berlusconi lancia l’ultimatum a Raffaele Fitto: “Entro una, massimo due settimane si decida” e, considerando che le settimane son formate da sette giorni e la matematica non è un’opinione, sette più sette fa quattordici e questo numero sommato all’11 fa 25, data ultima per il responso fittiano.
Cosa avverrà nelle prossime ore credo sia stato già anticipato domenica nell’incontro dei “ricostruttori”, ossia la permanenza in Forza Italia. Resta quindi da comprendere se, l’on. Fitto, valuterà la revisione della frase: “E’ inutile partecipare alle riunioni sino a quando non sarà chiara la linea politica”, se invece chiarezza vi sia stata o se il Leader di Arcore soprassederà all’ultimatum.
Non sereno anche il primo periodo di attività del Commissario pugliese che non perde giorno per chiarire od avvisare come, secondo il suo modo di vedere, ci si dovrebbe relazionare con il partito. Dopo le polemiche con i gruppi consiliari in Regione, il batti becco con il senatore Tarquinio, è la volta del deputato tarantino Chiarelli che lo accusa di onnipotenza ed al quale preannuncia un fermo: “Questo deputato non può che considerarsi fuori da Forza Italia. E con lui tutti coloro che, per convinzione o soggezione, pongono la propria firma in calce” ad un documento, secondo Vitali, contro la sua persona e contro il ruolo di commissario regionale.