Cronaca

“Siamo gente seria”: estorsioni a raffica con cavallo di ritorno

MAGLIE- Non scassinavano la serratura dell’auto, nè ne infrangevano i vetri: rubavano le vetture lasciata momentaneamente incustodite, magari con la chiave inserita nel quadro, e poi, per restituirle, chiedevano denaro.
Con queste accuse i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di maglie hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di:  Giovanni Maria Marra, 45enne di Copertino, già detenuto;Salvatore Calignano, 69enne di Nardò; Marco Amaranti, 39enne di Copertino, agli arresti domiciliari.

L’operazione, battezzata “Jolly Mare” dal nome della località di Sant’Isidoro dove le auto venivano fatte ritrovare alle vittime, è scattata dopo una serie di furti d’auto, che hanno innescato le indagini dei militari, fatte di pedinamenti, trappole ed intercettazioni telefoniche.  I fatti sdi cui i tre sono a vario titolo responsabili secondo gli inquirenti, sono due estorsioni consumate e quattro tentate, oltre a sei furti di auto ed alcuni danneggiamenti.

Calignano e marra partivano al mattino in cerca di auto lasciate sbadatamente incustodite dai proprietari; rubavano, poi contattavano la vittima per telefono -sempre da cabine pubbliche di Nardò o Copertino- e chiedevano il pagamento di una somma tra i 1.500 ed i 2.500 euro per restituire il maltolto. Il tutto condito da minacce di ritorsioni contro la persona o contro il veicolo, che avrebbero dato alle fiamme in caso di mancato pagamento.

Una volta raggiunto l’accordo, venivano date alla vittima di turno istruzioni sulla consegna del denaro, che andava rigorosamente messo in un barattolo giallo nei pressi una pianta di ficus. Nel barattolo la vittima avrebbe trovato la carta di circolazione della propria auto, a testimoniare che davvero i ladri ne fossero in possesso. La vettura veniva poi abbandonata per strada in modo che i proprietari la ritrovassero facilmente. La responsabilità di amaranti è stata accertata perché la sua voce è stata riconosciuta grazie ad una consulenza tecnica: mentre era con Marra e quest’ultimo parlava al telefono con una vittima “disubbidiente”, lui era intervenuto, urlando minacce all’indirizzo del malcapitato. Inoltre, il nome di amaranti era salvato nella rubrica del cellulare di Marra -di cui è cognato- come “Marco Capo”.

Ci sono due vittime denunciate a piede libero per favoreggiamento e due altre persone per concorso in estorsione. La loro posizione è al vaglio dei carabinieri.

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