Cronaca

Dovevano operarlo ma non lo fecero. Condannati tre medici per la morte di 50enne

LECCE- Tre medici chirurghi del Vito Fazzi di Lecce sono stati condannati per la morte del 50 enne Oronzo Centonze: un arresto cardiaco dovuto a occlusione intestinale che secondo la difesa si poteva evitare con un intervento chirurgico. Il giudice monocratico, Maddalena Torelli, che ha emesso la sentenza di primo grado, ha accolto la tesi dell’accusa. Tommaso Igino Polito, il primo chirurgo che ha visitato il paziente poi deceduto, è stato condannato per falso ad un anno e due mesi, ma assolto dall’accusa di omicidio colposo per non aver commesso il fatto; Pierluigi Chiriacò, l’autore della seconda visita è stato condannato per omicidio colposo a 1 anno e 4 mesi; Giannetta Daniela, terzo chirurgo di turno, condannata a 1 anno e 8 mesi per omicidio colposo. Due medici, Chiriacò e Giannetta, sono stati condannati in solido con l’Asl al pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 70 mila euro per ogni parte civile, più le spese sostenute dalle parti civili per i loro legali.

Il 15 agosto del 2009 Oronzo Centonze si presenta al Fazzi, nel reparto di chirurgia, con dolori lancinanti allo stomaco: il chirurgo Polito, dopo averlo visitato due volte, dichiara che non c’è posto a Lecce, ma poi si scoprirà che ce n’erano 13 disponibili, e spedisce il paziente a Campi.

La difesa ha più volte ribadito che un’operazione chirurgica avrebbe potuto salvare questo paziente che era a rischio, perché in passato aveva anche avuto un tumore. Nel reparto Medicina di Campi si rendono conto della gravità della situazione e fanno tornare il paziente a Lecce. Ma gli altri due chirurghi del Fazzi lo visitano senza ritenere di doverlo operare: gli prescrivono lavaggi e lo rimandano a Campi. Centonze morirà dopo essere stato visitato da diversi medici, il 16 agosto al Fazzi di Lecce, alle 2 di notte, dopo essere stato rimandato a Lecce da Campi per l’ennesima volta. Frascaro Matilde, la moglie e la figlia della vittima, Francesca Centonze, sono assistite dall’avvocata Elvia Belmonte, le altre due figlie, Centonze Gabriella a Centonze Fabiola, sono assistite dall’avvocata Mariangela Calò. Gli imputati sono seguiti dagli avvocati Pallara e Nemola. Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza.

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