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Criminalità in ripresa e astensione avvocati causa di ritardi: si apre l’Anno Giudiziario

LECCE- “Lo sciopero prolungato degli avvocati di Lecce ha rallentato i tempi della giustizia”. Si apre così la parte relativa a flussi e durata dei processi della relazione per l’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2015, redatta dal presidente della Corte d’Appello di Lecce Marcello dell’Anna, in carica da quattro mesi. Dunque subito un riferimento all’astensione degli avvocati leccesi, che per il presidente ha provocato aumenti nelle pendenze e dei tempi.
Sottolineati anche i danni, per quanto riguarda il tribunale di Lecce, settore civile, arrecati dall’accorpamento presso la sezione centrale delle ex sezioni distaccate di Maglie, Tricase e Gallipoli.

Incremento “non trascurabile” delle pendenze in quasi tutti i settori, anche per il tribunale di Brindisi. Un plauso va alla “prassi di umanizzazione” adottata nel carcere di Lecce, nonostante il sovraffollamento. In ambito penale, al momento 4.024 processi risultano pendenti nella corte d’appello di Lecce. Colpa della “cronica carenza di organico delle due sezioni penali (di recente unificate), composte (all’epoca) da tre e da quattro magistrati, al numero cospicuo di processi di criminalità organizzata, alla prolungata asetnsione degli avvocati leccesi con conseguente sospensione dei termini di prescrizione, all’incertezza determinata dagli interventi normativi avvenuti nel periodo, che non hanno condotto ad una più rapida definizione del contenzioso”.

E poi il focus sulla criminalità organizzata. Da una relazione del procuratore antimafia di Lecce, Cataldo Motta, emerge «un ritorno, all’ interno del sodalizio mafioso, della ripresa della ritualità delle affiliazioni con la liturgia legata alle vecchie regole». In questo ambito vengono collocati «i segnali di infiltrazioni della criminalità in squadre di calcio, che si pongono come canali di riciclaggio dei proventi di attività illecite».

Nella relazione Dell’Anna ha anche evidenziato l’aumentano dei casi di violenza sessuale ai danni di minori, tanto che la Procura della Repubblica per i minorenni del capoluogo jonico lamenta «la carenza di una politica proficua degli enti locali, in relazione alle insufficienti segnalazioni della condizione di minori a rischio, nonchè dei servizi sociali dell’ amministrazione della giustizia quanto all’assistenza e sostegno di minori sottoposti a procedimenti penali e alla formulazione di progetti di messa alla prova».

A seguire l’intervento del dott. Ercole Aprile, componente del consiglio superiore della magistratura, noto anche per aver fatto parte del collegio che condannò Berlusconi nel processo Mediaset. Il procuratore generale Giuseppe Vignola, parlando ironicamente di “rottamandi”, ha fatto scattare un lunghissimo applauso per il procuratore della Dda Cataldo Motta ed ha poi puntato il dito contro contro l’eccessiva sovraesposizione ……… “Mafia e corruzione stanno saccheggiando la nostra società grazie ad una vera e propria globalizzazione dell’illecito che ha prodotto i suoi effetti disastrosi per la capacità dei criminali e dei loro complici di inquinare il tessuto sociale, politico ed economico…“Per smantellare le mafie”, continua Vignola, “si deve puntare a rompere il legame mafia-politica-pubblica amministrazione conducendo una battaglia contro la corruzione e di impedire ai politici e ai funzionari collusi di compiere quegli atti corruttivi dei quali ha bisogno il clan. Solo così la criminalità abbasserà la testa”.  

E ancora, il procuratore generale è tornato a parlare della presunta presenza di uranio impoverito nei pressi del poligono di Torre Veneri, un allarme a suo dire strumentalizzato,  e dei rifiuti interrati…come anche del caso Ambiente svenduto ancora in fase di udienza preliminare.

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