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Lecce: momento delicato

LECCE- Due partite senza gol. “Chiamarsi bomber” e perdere la via del gol. Davide Moscardelli a secco da due partite e nonostante il viso barbuto, sabato sera non è riuscito a nascondere il proprio disappunto per una partita che non è andata come avrebbe voluto.  Ma nelle partite in cui i bomber non hanno il fiuto delle giornate migliori, deve essere la squadra ad aiutarlo. Come ha fatto a Foggia, dove i compagni in tre occasioni lo hanno messo, invano purtroppo, nelle condizioni di colpire.
Contro il Martina, invece, neanche un pallone. Neppure per sbaglio. Gioco arido, Lecce spuntato. Le poche occasioni avute dalla squadra leccese sono arrivate per iniziative personali e il migliore è risultato Mariano Bogliacino, al rientro dal primo minuto. Oltre a due conclusioni dell’uruguaiano si ricorda un tentativo facile fallito da Papini e un tiro di Carrozza deviato in angolo. A volte si vince con mezzo tiro in porta. A volte non ne basta una dozzina per bucare la porta avversaria. Sembra si stia ripetendo il dicembre nero di Lerda. Come quello di due stagioni fa, la prima in C dopo la retrocessione di ufficio per lo scandalo derby.

Nel 2012 Giacomazzi e compagni furono sconfitti a Salò (4-0) e in casa contro il SudTirol (0-1); una settimana dopo altro stop a Carpi prima di un pareggio casalingo a reti bianche contro l’Albinoleffe. Quindi, ancora un pari a Cremona, dopo, il successo contro il Cuneo e nuovo tonfo a San Marino che costò la panchina a Lerda. Un periodo che rimase avvolto nel mistero tra un presunto calo atletico e correnti avverse all’interno dello spogliatoio. Anche ora si tira fuori la condizione atletica non ottimale della squadra (tutta da verificare), ma niente paragoni con due anni fa perché il preparatore è diverso. La squadra, però, ha un’età media di un pelo superiore. E’ un Lecce che non riesce a trovare continuità. A giornate positive alterna quelle del tutto negative (pochissime in realtà). Però non ha mai convinto pienamente e la vittoria di Benevento resta al momento l’unica perla. Una squadra alla ricerca di quel filo costante con il quale salire una classifica che vede i giallorossi, per la prima volta in questa stagione, fuori dalla zona play off.

A Lerda tocca trovare, in fretta, la formula che rivitalizzi la squadra. Perché è vero che la sconfitta con il Martina è meno amara grazie allo stop della Salernitana e al colpo di freno del Benevento, ma la distanza dalla vetta è sempre di sei punti. Tocca al tecnico giallorosso individuare coloro che possono, in questo momento, tirare fuori il massimo, senza portare allo stremo sempre gli stessi giocatori.

Tocca all’allenatore giallorosso trasformare il “suo” 4-3-3 in qualcosa che possa sorprendere l’avversario quando le corsie esterne (non si può puntare soltanto su quelle) sono come un imbuto dal quale non passa più il liquido. Una sconfitta può essere casuale, due cominciano a essere troppe per una squadra che a detta di tutti è la formazione più forte. Se così non è tocca a Tesoro trovare la soluzione e,magari, progettare il mercato con Lerda. Qualche ritocco ben mirato, soprattutto in attacco, serve a rendere ancora più competitiva una squadra che già lo è.   Al resto deve pensarci il pilota. Rotte e inversioni di rotta. L’importante è giungere a destinazione. L’importante è vincere, non partecipare.

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