Cronaca

Omicidio Carmine Greco: 24 anni dopo, arrestati presunti esecutore e mandante

LECCE – Carmine Greco fu ucciso il 13 agosto del 1990 in un uliveto a Gallipoli, in contrada Nanni, vicino casa. Con lui c’erano la moglie e un figlio piccolo. Un omicidio di mafia, quando a Gallipoli i Padovano esercitavano il controllo su tutto, in particolare sul traffico e sulla gestione del mercato della droga. 

La vittima, all’epoca poco più che ventenne, aveva manifestato spinte autonomistiche che al clan non erano andate giù. A distanza di 24 anni sono stati catturati a arrestati i presunti autori di quell’omicidio: Nicola Greco, leccese e Marcello Padovano, detto Briosche. Il primo esecutore materiale, il secondo mandante. Il ragazzo fu punito con il sangue perché aveva osato ribellarsi al clan.

La svolta nelle indagini e la conferma di un sospetto maturato negli inquirenti già con le dichiarazioni del gallipolino Marco Barba e successivamente del collaboratore Carmelo Mendolia, esecutore materiale anche lui, che tra l’altro fece ritrovare l’arma del delitto. A decretare la condanna a morte di Carmine Greco, detto Nenè, Rosario Padovano, che anche per quell’omicidio, oltre che per quello del fratello, Nino Bomba, sta scontando l’ergastolo .

Anche se passa tanto tempo, gli omicidi non rimangono insoluti, ha detto il Procuratore Capo Cataldo Motta, si continua a lavorare, e quello di oggi è un altro risultato delle forze dell’ordine , che può contare su un buon 90% di omicidi risolti in provincia di Lecce.

Marcello Padovano è stato ammanettato nella sua casa di Gallipoli dagli uomini della polizia giudiziaria che hanno condotto le indagini. Nico Greco è stato bloccato per strada a Lecce, mentre era alla guida di un furgone. Il suo nome non è certo nuovo agli inquirenti che lo considerano personaggio pericoloso e ben inserito nel contesto criminale leccese.

 

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