LECCE- La caccia ai veleni nell’ex Saspi di Lecce porta le ruspe sul terreno tra la città e il comune di Lizzanello. Si scava nell ’inceneritore dei rifiuti che ha operato sino al 1989 , incaricato della raccolta e dello smaltimento della spazzatura e si cercano le tracce di quel materiale che nel corso di decenni ha potuto inquinare la terra e le acque sottostanti . Le conseguenze sulla salute delle persone che intorno all’area ci abitano da tempo sono facilmente intuibili. L’inchiesta è stata aperta da tempo dal procuratore aggiunto di Lecce Ennio Cillo che ha affidato le indagini ai carabinieri del Noe che in mattinata hanno raggiunto il sito insieme a due consulenti incaricati dalla procura: il chimico Mauro Sanna e il geologo Cesare Carocci. Sul posto anche i vigili del fuoco del nucleo antibatteriologico , l’arpa e alcuni tecnici del comune.
Le ipotesi di reato sono il gettito pericoloso di cose, danneggiamento, omessa bonifica e avvelenamento colposo della falda acquifera. Ci sono anche degli indagati, 5 dirigenti dell’impianto diventato terra di nessuno. È soprattutto la collinetta a far paura : rifiuti uno sull’altro, forse tossici, che devono essere analizzati, ricoperti da uno strato di argilla e che ora saranno disotterrati proprio con l’aiuto degli escavatori.
Foto Stefano De Tommasi