Politica

Puglia: un centrodestra attendista per questioni nazionali e primarie del centrosinistra

BARI- Sembra un film già visto il silenzio del centrodestra nell’individuazione reale e concreta del proprio candidato, nella fattispecie quello per concorrere alla elezione del presidente della regione Puglia.

20 giorni fa sembrava tutto definito dal famoso tavolo della coalizione anche se, sino a questa data, si davano per certe le primarie tanto da indurre il professor Schittulli, primo candidato auto propostosi in assoluto a dover accettare, dopo l’accelerazione del consigliere Marmo, la prova elettorale di coalizione.

Certo il clima nazionale non ha permesso una seria riflessione in Puglia essendo, il leader Fitto, troppo impegnato a dispute anti Berlusconi.

Poi, come da noi anticipato, la nuova pace tra il milanese ed il maglieseLe condivisibili battaglie su democrazia interna nel partito di Forza Italia probabilmente dovrebbero essere importate anche in Puglia dove, così come a Roma ha fatto da padrone il “cerchio magico”, in questa regione fa da padrone il “Fitto magico”.

Ritornando al famoso tavolo della coalizione oggi questo è bloccato dalla ultimazione delle operazioni di rinnovamento nazionale ma anche dalle opportunità di attendere le elezioni regionali in Calabria ed Emilia-Romagna e le primarie di domenica prossima del centrosinistra pugliese pugliese.

Sul nostro sito da qualche settimana c’è un sondaggio, che non ha sicuramente valore scientifico, ma fa comprendere il clima. Tra le ipotesi che il popolo di centrodestra valuta più interessanti , per l’individuazione del futuro candidato, non vi è il tavolo della coalizione che porta a casa uno scarno 7% ma , principalmente, le primarie con un 29 %, numero questo, secondo solo alla volontà di un’altra ipotesi: quella di veder correre il già rinunciatario Raffaele fitto che però, con questo dato, potrebbe tacitare eventuali fronde interne. Con il 16 ed il 14% , infine, i due candidati per ora ufficiali alle primarie fantasma, ossia Schittulli prima e Marmo poi.

A concorrere al silenzio temporeggiatore del centrodestra la solita politica dei due forni e delle opportunità, per non dire opportunismi, del partito del ministro Alfano e della formazione legata all’ex presidente della camera Casini. Probabilmente manovre nazionali potrebbero sbloccare questo non decisionismo. Di fatto il centrosinistra da due mesi e già in campagna elettorale ma con un handicap: non sapere contro chi chiedere i voti per tentare di mantenere il governo della regione per altri cinque , dopo i 10 vendoliani.

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