CronacaPolitica

Miccoli: “Se mi dimetto è solo per ricandidarmi. Vogliono il commissariamento per farmi fuori”

SQUINZANO- “Vogliono la mia testa perché non hanno un voto”. Il Sindaco di Squinzano, Mino Miccoli, commenta così la raccolta firme di Andrisani e l’intervento di Uccella, che invoca, con tutto il Pd, il commissariamento del Comune si Squinzano.

“Dall’intervista rilasciata dal Procuratore Motta – ha dichiarato Andrisani – si evince il documentato condizionamento politico ed elettorale operato dalla criminalità organizzata locale, e queste dichiarazioni potrebbero portare il Prefetto alla decisione di sciogliere il Consiglio comunale per condizionamenti mafiosi”. “Andrisani è poco credibile e anche poco serio – replica il Sindaco – con i suoi 16 candidati prende 130 voti, la metà del mio ultimo candidato. Le vicende nel mirino della Procura non riguardano la mia amministrazione, ma la precedente: vogliono lo scioglimento per mettermi fuori gioco, anche se non c’entro nulla”.

Insomma, un’ombra sulla vita politica del paese che potrebbe spingere il sindaco a giocare d’anticipo. Il commissariamento, infatti, rischia di mettere fuori gioco, anche per due anni, gli amministratori che erano in carica.

Esistono, però, alcune sentenze del Consiglio di Stato che stabiliscono la necessità di indicare i politici che non potranno candidarsi e il perché, senza coinvolgere tutti indiscriminatamente prima di una sentenza. Ecco perché Miccoli sta valutando la possibilità di dimettersi, evitando così l’onta del commissario.

“Ragioni di opportunità mi potrebbero spingere alle dimissioni: in questo modo, se mi renderò conto che ci sono i presupposti del commissariamento, lo eviterò e andrò subito alle elezioni, per vincerle nuovamente”. Il Sindaco ribadisce che anche in questi giorni continua il suo pressing sui due consiglieri finiti nell’inchiesta, per convincerli a dimettersi: una volta messi fuori dal Consiglio, il commissariamento potrebbe essere definitivamente scongiurato.

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