LECCE- In chiave anti-trivelle, si rafforza il fronte territoriale e si allarga a Taranto, ugualmente colpita dall’ultima richiesta di permesso di prospezione nel golfo ionico. Un asse strategico, soprattutto in vista di quanto si dirà nelle prossime ore a Palazzo dei Celestini, dove sono stati convocati sindaci e Università per capire come rispondere alle richieste di ricerca di petrolio piovute sulla testa del Salento.
L’ultima istanza è stata depositata al Ministero dello Sviluppo Economico il 5 novembre scorso dalla Schlumberger Italiana spa, che fa parte del gruppo che rappresenta “la più grande compagnia al mondo di servizi per le società petrolifere”. La società texana spinge sull’acceleratore: chiede di indagare una porzione di mare ampia un qualcosa come 4.030 km2, ad appena 13,6 miglia da Capo San Vito (Taranto), a 18,4 miglia nautiche da Santa Maria di Leuca, ad appena 12,3 miglia dal Sito di importanza comunitaria “Litorale di Gallipoli e Isola Sant’Andrea” e a 12,1 miglia dal Sic “Litorale di Ugento”.
Anche stavolta, si chiede di acquisire oltre 4mila km di linee sismiche con tecnologia air gun. La stessa che ha in mente di adottare l’altra americana, la Global Med, che ha presentato richiesta di permesso di ricerca su tre specchi d’acqua al largo di Leuca.
La Provincia di Lecce si ritaglia il ruolo di coordinamento. D’altronde, i piccoli Comuni, da soli, non potrebbero farcela a stilare le controdeduzioni dettagliate da depositare entro il 21 dicembre per le istanze della Global Med ed entro il 4 gennaio per quella della Schlumberger.