LECCE- “Mesi di incontri, interminabili riunioni, promesse e calcoli per ottenere nulla. Solo un aumento a 30 ore settimanali, con un contratto ricatto”. Non le mandano di certo a dire i lavoratori di Sanitaservice di Lecce, che tornano a presidiare la direzione generale della Asl per denunciare la “discriminazione” rispetto ai colleghi delle altre Asl pugliesi, dove si è provveduto, invece, al passaggio al full time.
Per gli operatori addetti alle pulizie negli ospedali leccesi, le loro 30 ore a partire dal 1° ottobre scorso non sono un bicchiere mezzo pieno. “Non è stato rispettato l’accordo sottoscritto il 19 settembre con Usb e rsu e che prevedeva il passaggio al full time entro il 2014 – dicono – oltre che la modifica delle attuali linee guida che esternalizzano nuovamente, dopo averlo internalizzato, il servizio informatico”. Non solo. Puntano il dito anche contro una disparità di trattamento che riguarda i colleghi dei distretti di Campi, Copertino, Nardò, San Cesario e Martano, che di quell’aumento orario non hanno neppure usufruito.
Si sarebbe dovuto discutere delle ore in più disponibili in un apposito tavolo, ma il direttore generale della Asl ha deciso di sdoppiare i percorsi: “ha convocato la delegazione trattante – dicono da Usb – che non ha competenza sull’organizzazione del lavoro interno, escludendo di fatto la Rsu, che è stata eletta da oltre il 90 per cento dei dipendenti della stessa società, e la Usb, che come sigla sindacale rappresenta, da sola, il 40 per cento dei lavoratori”.