SQUINZANO- “L’impianto accusatorio è definito, le responsabilità penali di ciascuno verranno verificate, acclarate od escluse, le aule di giustizia ci consegneranno la verità“. Così la federazione provinciale del PD leccese chiede che si valuti, nelle sedi opportune, anche l’ipotesi estrema dello scioglimento del Consiglio Comunale. E lo fa con un incontro in via Tasso. Al tavolo anche lo squinzanese Antonio Maniglio.
“Non è, la nostra, mera polemica politica. -dicono- Né, con questa aspettativa, è nostra intenzione anticipare il naturale corso della giustizia che, come detto, avverrà con i tempi e nei luoghi propri. Lo scioglimento del Consiglio Comunale, del resto, è una misura straordinaria e preventiva che, in caso di prove inconfutabili ma anche di semplici elementi su collegamenti tra la criminalità organizzata ed amministratori o forme di condizionamento dell’attività amministrativa da parte di organizzazioni malavitose, interviene ad eliminare alla radice la fonte di qualsivoglia potenziale od effettivo dubbio legame.
Un periodo di commissariamento, che sappiamo bene essere espressione di un momento patologico della normale vita istituzionale di una comunità, finalizzato a ripristinare in tutti i gangli della vita cittadina comportamenti trasparenti ed ispirati al ferreo principio di legalità, servirebbe prevedibilmente a ridare prestigio e decoro ad una istituzione oggi inevitabilmente macchiata ma anche a far riflettere i cittadini su quale città e quale futuro vogliono lasciare ai propri figli“.