CronacaPolitica

Lupiae: “Piano industriale fallito”, situazione finanziaria critica

LECCE- La Lupiae, come promesso, presenta la sua nuova relazione dopo sei mesi, ma il piano industriale consegnato ai consiglieri non è stato rispettato: manca la promessa ricapitalizzazione di 650 mila euro, resta la capitalizzazione al minimo di 50 mila euro, e questo comporta il mancato abbattimento dei debiti erariali.

Non c’è stato nemmeno l’adeguamento tariffario per i servizi resi, pari a 500 mila euro, soldi che avrebbe dovuto mettere il Comune di Lecce. Come vi abbiamo già anticipato, l’amministrazione ha gettato un salvagente alla Lupiae di 900 mila euro, affidando nuovi servizi alla sua società partecipata per il 2014: manutenzione cimitero, pulizia, verde, pavimentazione. Un’operazione che ha lasciato perplessa la minoranza, che pur apprezzando la trasparenza della relazione semestrale, nutre molte perplessità sulla tenuta nei prossimi anni della società: si riusciranno ad affidare tutti questi servizi anche nel 2015 e nel 2016? E si venderanno i terreni da cui si dovrebbero ricavare 4 milioni e 300 mila euro? L’asta per la vendita dei i terreni in via Lodi e in via Cicolella, sui quali costruire uffici commerciali, è andata deserta per ben due volte. La presidente della partecipata, Tatiana Turi spiega che, nonostante l’eliminazione di tante spese, come le consulenze esterne, la situazione è critica dal punto di vista finanziario.

“Il Piano industriale consegnato ai consiglieri è già stato tradito” – ha spiegato Salvemini, di Sel. Torricelli esprime perplessità anche sull’affidamento dei lavori alla Lupiae: bisognava discuterne prima in Consiglio, secondo il consigliere Pd, ma la sinistra è pronta a venire incontro alle esigenze di liquidità della partecipata, avviando una discussione. Il capogruppo forzista D’Autilia dà la colpa ai tagli del governo, se la situazione è di emergenza continua. Monticelli Cuggio di Puglia Protagonista chiede di trovare una soluzione per uscirne definitivamente fuori e permettere ai lavoratori di tornare alle 40 ore. Buone intenzioni, ma tanta incertezza per il futuro.

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