Politica

La crociata di Fitto parte dal Parlamento e finisce nel partito

BARI- Il duello ormai iniziato, tra il Cavaliere e l’ex delfino, può terminare soltanto con il regolamento dei conti congressuali. Raffaele Fitto non fa un passo indietro sulla politica nazionale del leader di Arcore e la chiamata alle armi dei circa 30 parlamentari è la prova di quanto non voglia deporre le armi. Ma la battaglia finale sarà sui congressi provinciali ed, ancor prima, sul nuovo tesseramento che chiuderà il prossimo 30 novembre e rappresenterà la base per vincere le Assisi nelle province d’Italia.

Raffaele Fitto, da ex Dc, sa bene come si può controllare un partito da riorganizzare e, sino ad ora , vissuto e controllato da una leadership indiscussa che ora non vuol deporre le armi.

I congressi provinciali sono l’unica occasione per gestire Forza Italia essendo, i segretari regionali, nominati direttamente da Roma. Il cerchio magico intorno all’ ex premier è la vera nota di fastidio per Fitto. Per il leader pugliese vincere i congressi e controllare le regioni potrebbe significare controllare il Partito Nazionale e determinare le scelte in vista delle future elezioni amministrative.

Fitto sa bene che i sondaggi danno perdente Forza Italia al Nord e tentare di vincere le regionali in Calabria, Puglia e Campania potrebbe significare un doppio governo del partito, nel settentrione asse con Salvini ed il Sud nelle sue mani o, direttamente, attraverso le segreterie provinciali tentare la scalata al coordinamento nazionale di Forza Italia per ora più volte negatogli.

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