Cronaca

Processo sansificio, parti civili anche le associazioni ambientaliste

VEGLIE- Due associazioni ambientaliste come parti civili nel processo per il sansificio di Veglie: “Salute Pubblica” e “Comitato Ambiente Sano” sono state ammesse lo scorso 30 ottobre, nell’udienza preliminare nella quale il gup Antonia Martalò ha rinviato a giudizio il legale rappresentante della Oil Salento, l’azienda che presentò il progetto per la realizzazione dell’opificio, e un funzionario del Comune di Veglie. I reati contestati sono di lottizzazione abusiva e di falso materiale ed ideologico commesso da pubblico ufficiale.
Il processo si aprirà il 4 marzo dinanzi al giudice della prima sezione monocratica. E, appunto, ci saranno anche le due associazioni tra le parti civili: “Un riconoscimento dell’attività svolta sul territorio in difesa dell’ambiente e della salute pubblica”, secondo Andrea Casamassima, il legale di Salute Pubblica, associazione molto attiva sul fronte brindisino.

Il procedimento penale ha origine da una preliminare procedura amministrativa risalente al 2008 e dal contestuale esposto  presentato da comitati e cittadini del Comune di Veglie contro la realizzazione dell’impianto industriale-commerciale per la lavorazione della sansa nel pieno Parco del Negroamaro. Un opificio ritenuto ritenuto dannoso, insostenibile ed incompatibile con il territorio.

Una partita già chiusa almeno sull’altro versante, quello amministrativo. A gennaio il Consiglio di Stato ha sentenziato: il sansificio non si farà. Lo ha deciso ritenendo inammissibile il ricorso presentato dal “Consorzio agrario Salento agricolo” per chiedere l’annullamento della sentenza con cui il Tar di Lecce aveva tarpato le ali al progetto.

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