Politica

Doppia preferenza, le donne ci riprovano ma chiedono il voto palese

BARI-Si ricomincia da dove la si era lasciata. La battaglia delle donne per ottenere un Consiglio regionale con le 50 sfumature di rosa, riprende ma questa volta guardando con attenzione il selciato per non inciampare nello sgambetto che ha già affossato tutto una volta, diversi mesi fa. “Il voto deve essere palese, chi è contrario deve dirlo pubblicamente senza nascondersi dietro un pulsante che accenderà una luce anonima”.
Le donne, specialmente quelle di centrodestra specifica Magda Terrevoli rappresentante del coordinamento, stanno già percorrendo i corridoi di Via Capruzzi per persuadere i capigruppo. Alle rappresentanti di giunta e consiglio il compito di battagliare lì dove tutto si decide. Fatto sta che nell’attesa torneranno i banchetti nelle piazze per raccogliere migliaia di firme da apporre sulle cartoline che saranno distribuite in ogni angolo dell’Aula quando arriverà il momento del voto.

Un consiglio regionale abitato da soli uomini? Non in mio nome”, questo è lo slogan del secondo round della campagna che punta ad ottenere liste composte al 50% da donne e al 50% da uomini, pena inammissibilità della lista stessa, con la possibilità di esprimere due voti di preferenza ma di sesso opposto e con pari visibilità tra i candidati e le candidate in ogni occasione pubblica.

Quello senza donne è un Consiglio più povero per l’assessore Alba Sasso e, le ha fatto eco la collega Loredana Capone una volta rinnovato rischia di indebolirsi ancor di più perché se le donne non entreranno perché elette non potranno nemmeno sedere tra i banchi della giunta da esterne avendo limitato il numero degli assessori esterni a 2. Elena Gentile chiederà al segretario del suo partito che venga imposto ai consiglieri del Pd di votare palesemente, anche in presenza di una richiesta di voto segreto.

Gli emendamenti presentati da Anna Rita Lemma in VII Commissione riapriranno la discussione. La seconda battaglia è ancora tutta da disputare.

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