PARABITA- Ammette le sue colpe, il prelievo del denaro, e ne respinge altre. Risponde comunque alle domande del gip Cosimo Prete, 55 anni, responsabile del settore consulenze dell’Ufficio postale di Parabita, ed ex assessore comunale alle Attività produttive del suo comune.
Con gli altri coinvolti che saranno interrogati proprio giovedì. Le ammissioni ci sono state e riguardano soprattutto il maxi prelievo di denaro dal conto corrente di una donna di Locri: il milione e 290 mila euro che sarebbe stato impiegato, secondo le accuse, per acquistare Ferrari, altre auto ed orologi di lusso. Denaro sparito nel nulla, assieme ai risparmi di altri quattordici anziani salentini. L’accusa che ha portato in carcere domenica scorsa l’insospettabile dirigente è di truffa aggravata, falso materiale e frode informatica.
L’inchiesta è ampia e coinvolge alte due persone indagate a piede libero: Assunta Silvestri di Napoli e Andrea Cesarini di Reggio Emilia , che gli avrebbe commissionato il colpo .
Rispondono di riciclaggio cinque persone finite ai domiciliari: Marcolino Andriola, di Cellino San Marco; Luigi Cecere e Antonio Silvestri, della provincia di napoli, Pierluigi Anelli e Stefania Di Matteo di Roma. Non un’ organizzazione vera e propria, ma di sicuro personaggi collegati tra loro, come accertato dalla Polizia giudiziaria leccese e dalla Polizia Postale di Roma.
Le indagini, partite nel 2012 dopo una segnalazione di poste italiane portò all’individuazione, presso lo sportello di Parabita, di un secondo libretto fittizio intestato alla vittima calabrese, dal quale effettuare i prelievi veri. Già il giorno stesso sono erano stati fatti acquisti che poi sono proseguiti nel tempo: Rolex e auto di lusso. Il nome di Prete spunta anche in un’altra indagine che coinvolge Luigi Compagnone, il sarto di Parabita accusato di pedofilia che indicò il nome dell’ex assessore tra quelli responsabili di un presunto ammanco da 650mila euro dai suoi conti correnti.
