Cronaca

Le piogge “graziano” il Salento: calano gli incendi

LECCE- Le piogge, soprattutto le piogge, salvano il Salento e risparmiano centinaia di ettari, strappandoli alle fiamme. Che la stagione dei roghi abbia avuto, per fortuna, effetti molto ridotti lo dicono i numeri: 183 incendi totali, a fronte dei 219 dello scorso anno. La superficie andata in fumo è pari a un terzo rispetto a quella della scorsa estate. I quasi mille ettari divorati nel 2013, una delle annate più terribili da questo punto di vista, quest’anno si sono ridotti a 322.
I dati, forniti dal Corpo Forestale dello Stato, non nascondono qualche sorpresa: ad essere graziati sono soprattutto i boschi. E non è affatto una notizia neutra. Le pinete e le leccete sono state spesso prese di mira e il più delle volte non si è trattato di distrazione, ma di incendi dolosi, come accaduto il 17 luglio scorso a Santa Cesarea Terme, dove 15 ettari finora mai intaccati sono stati cancellati e, secondo gli investigatori, non si è trattato affatto di un incidente: le modalità sono state ritenute inequivocabili, in quanto il fuoco è stato appiccato dal bordo strada e, sospinto dal vento di tramontana, non poteva che virare verso il bosco, trovando strada facile tra l’erba secca.

Gli incendi boschivi, 82 in tutto, una trentina in meno rispetto al 2013, hanno fagocitato 88 ettari, un quinto dei 441 andati in fumo un anno fa.

L’ultimo episodio, il 29 agosto, si è registrato di nuovo a Santa Cesarea, mentre il 4 luglio a Gallipoli, in località Masseria Bianca, lungo il litorale sud, dove è stato necessario anche l’impiego di un canadair partito da Lamezia Terme. Qui ad essere travolti sono stati, inoltre, canneti, uliveti e, ovviamente, macchia mediterranea.

È andata peggio, quindi, per la superficie non boscata: 101 roghi, per un totale di 234 ettari, comunque molti meno in confronto con l’estate 2013, quando sono stati 519 e quando, nel tritacarne, ci è finita anche la Baia delle Orte, all’interno del Parco Otranto- Leuca. A metterci lo zampino, oltre ai piromani, sono anche i pastori, a causa della pratica antica quanto discussa del dare fuoco alle stoppie per garantirsi l’erba per il gregge.

Non pare essere il caso, però, di un’altra devastazione di quest’anno, uno dei giorni più difficili per i vigili del fuoco, Arif e Forestale, il 4 agosto, quando due incendi in contemporanea hanno fatto divampare 30 ettari a Castro, dove solo due fire boss partiti da Grottaglie hanno consentito di evitare il peggio.

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