EditorialiPolitica

Un “PAESE” burlone…e porcellum

LECCE- La riforma delle Province è un po’ come i buoni propositi di chi afferma: “Da lunedì sarò a dieta per poi, però, continuare a mangiare rinviando l’abbattimento delle calorie”.
Per dimagrire la spesa pubblica, via gli enti provinciali ed invece questi rimarranno e si vocifera che anche gli euro a loro disposizione saranno, non solo garantiti ma addirittura aumentati, un po’ come le calorie di coloro che periodicamente annullano la dieta. Ma se il rinvio della cura dimagrante pesa solo sul singolo quella non rispettata per le province graverà su tutti noi.

La vera ed unica grande rivoluzione passa dall’impedire ai cittadini di eleggere direttamente il Presidente ed i consiglieri provinciali e, quindi voi direte, o penserete, rimane la Istituzione ma escono i politici

Eh no Cari Cittadini, loro ci saranno sempre ed in più si eleggeranno proprio tra loro e noi,… staremo a guardare!!! Ma come, direte da casa, non hanno contestato tutti, dopo averlo voluto tutti, il famoso Porcellum che da qualche anno ci impedisce di scegliere Onorevoli e Senatori?

Certo ma questa volta, udite udite, la casta non ci permetterà  di votare ma solo per farci una cortesia e non scomodarci dal nostro salotto…ed inoltre, gli eletti, non saranno retribuiti!!!

Ma andate al diavolo!!!per non dire altro e dite la verità. la finta rivoluzione è per permettere, a voi stessi, a tutti senza distinzione di colore, inciuci e medagliette oltre al fatto che l’ottimo e calcolatore Renzi, sapendo che il 60% degli enti locali è nelle mani del centrosinistra,è anche certo che governerà la maggior parte delle nuove Province eleggibili solo da sindaci e consiglieri in carica …Sappiate, che tutti sappiamo, che il riformismo abbisogna di coraggio e questo, per ora, è mancato, forse sarebbe bastato eliminare realmente tutte gli enti inutili lasciando in vita Comuni e Regioni, ridisegnando un’Italia del futuro e riformista.

Ma questa sarebbe piaciuta a noi cittadini e, quindi, non ai politici.

W la democrazia e le False rivoluzioni, cordialmente Giuseppe Vernaleone

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