Politica

Strada in salita per l’unità del centrodestra. Primarie Pd, circoli in lotta

BARI- Berlusconi è preoccupato: nelle scorse ore ha invitato i fedelissimi a pranzo, Giovanni Toti in testa, per discutere dei troppi veti che impediscono al centrodestra di correre unito. Anche la partita interna a Forza Italia non è facile: per ora con Fitto c’è la tregua, ma i due torneranno a discutere.

L’ex ministro di Maglie è diventato il portabandiera delle primarie, ma proprio nella sua regione le consultazioni della base sono diventate il nodo che rischia di far saltare l’alleanza con gli alfaniani. Una situazione paradossalmente rovesciata rispetto alle amministrative baresi in cui Ncd chiedeva insistentemente le primarie senza riuscire ad ottenerle. Oggi gli alfaniani vogliono mettersi d’accordo sul nome da lanciare nella corsa alla presidenza della Regione Puglia e non credono alle primarie con Forza Italia, perché dicono che sarebbe un confronto troppo squilibrato.

Alcuni dirigenti alfaniani e dell’Udc hanno più volte fatto il nome di Fitto, per indicare una candidatura autorevole che metterebbe d’accordo tutti. I forzisti non ci credono. “Intanto, Raffaele Fitto non mi sembra che abbia alcuna intenzione di candidarsi- spiega il coordinatore regionale Francesco Amoruso – poi, torneremo a dialogare a fine mese, perché queste mi sembrano solo boutade estive”. La strada per l’unità è sempre più in salita.

Nel centrosinistra, invece, si discute ancora di regole: a tra qualche giorno i candidati anti-Emiliano torneranno a chiedere il doppio turno. La segreteria leccese lavora per il sostegno al segretario regionale, ma ci sono alcuni dirigenti Pd che sceglieranno Stefano o Minervini. I candidati che stanno preparando la propria corsa alle regionali cercano di stringere alleanze nei vari circoli e qualche volta si consumano strappi e tensioni, com’è accaduto a Diso.

Infatti, il caso non è ancora chiuso, secondo la segretaria di circolo sfiduciata, Lucia Coluccia. Dietro quella che lei considera “un’epurazione illegittima” ci sarebbe la mano di Abaterusso, impegnato a mantenere il controllo dei circoli del sud Salento. Una ricostruzione smentita dal professore Salvatore Coppola, secondo il quale la sfiducia è legittima e fatta a maggioranza degli iscritti perché la segretaria ha consegnato le tessere a due personalità politiche che sostengono la maggioranza e che hanno fatto perdere il Pd nelle scorse comunali. Coluccia replica che Abatertusso non può fare da garante, perché non c’è una commissione di garanzia che possa legittimare quella riunione. “Le tessere non possono essere negate a vita – spiega- il nostro partito dev’essere inclusivo e l’assemblea io l’avevo convocata”. Insomma, la vicenda non sembra chiusa.

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