Cronaca

Megaporto a Sant’Isidoro, Legambiente prepara le barricate contro il progetto

NARDO’-  “Lo sviluppo di un territorio non passa per il cemento sulla costa e per opere faraoniche in riva al mare, piuttosto che per la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche. Chiediamo all’amministrazione comunale di assumere una posizione netta contro questo possibile scempio”. Legambiente boccia senza mezzi termini il megaporto previsto dal comune di Nardò e con Goletta Verde conferisce la bandiera nera alla società “Porto Nereo srl”, che in questi giorni ha ripresentato il mega progetto per un porto da seicento posti barca nell’area di Sant’Isidoro del comune salentino. “Un’opera tanto mastodontica, quanto inutile, dannosa e controproducente per la stessa vocazione turistica del territorio di Nardò. Una follia di puro cemento che andrebbe a intaccare la stessa Area Marina Protetta di Porto Cesareo” – tuonano i responsabili di Legambiente .

In gioco ci sono 600 posti barca per un investimento di decine di milioni di euro. “Stiamo per avviare l’istruttoria, il comune vuole realizzare un porto turistico nella zona di Sant’Isidoro- replica il sindaco Marcello Risi- per riqualificare e valorizzare la marina, anche sulla base di uno studio dell’Università del Salento. Abbiamo previsto un porto turistico e lo porteremo avanti”.

Pensavamo di non dover più parlare di questa ipotesi scellerata – dicono Francesco Tarantini e Maurizio Manna, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Puglia – ma evidentemente c’è chi si ostina a pensare che lo sviluppo socio-economico di un territorio passi per il cemento sulla costa e per opere faraoniche in riva al mare, piuttosto che per la tutela e valorizzazione delle risorse ambientali, paesaggistiche e archeologiche. La notizia del nuovo tentativo della società Nereo di ricevere l’autorizzazione per la costruzione di quest’opera faraonica ci sorprende ma non ci spaventa. Faremo barricate per fermare quest’assurdo progetto che non è solo molto impattante, ma comporterebbe la modifica del decreto istitutivo dell’area marina protetta”. Considerazioni che sono destinate a cadere nel vuoto, vista la determinazione dell’amministrazione di nardò nel portare avanti l’iter burocratico.

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