Cronaca

Reti, massi e cancelli: la Procura blinda Porto Miggiano. Nuovi ascolti

SANTA CESAREA TERME- La Procura rafforza le barriere per rendere definitivamente inaccessibile la baia di Porto Miggiano e ascolta nuove persone informate sui fatti, in particolare i dirigenti degli uffici dei diversi enti che hanno rilasciato le autorizzazioni per i lavori per il consolidamento della falesia.

Nelle scorse ore, i pm Elsa Valeria Mignone e Antonio Negro hanno disposto, dunque, il ripristino dei sigilli, puntualmente divelti dai bagnanti. Una rete metallica da cantiere è stata fissata nello slargo antistante la caletta, sono stati collocati due cancelli e otto grandi blocchi di cemento, per impedire l’accesso ai vacanzieri poiché il luogo continua a rimanere sotto sequestro dal marzo 2013. non sono mancati i momenti di tensione, all’alba di giovedì, mentre gli uomini del corpo forestale dello stato sono tornati a rendere inaccessibile la spiaggetta. Un giovane del posto è stato anche identificato ma non si è proceduto a sporgere alcuna denuncia.

È il nuovo capitolo, tutto estivo, dell’inchiesta sui lavori eseguiti nella marina di Santa Cesarea Terme. Le accuse di violazione di norme edilizie (lottizzazione abusiva di terreni sottoposti a vincoli), e di distruzione e deturpamento delle bellezze naturali sono state ipotizzate nei confronti del direttore dell’Ufficio tecnico di Santa Cesarea, Salvatore Bleve, del direttore dei lavori, Daniele Serio, e della titolare della ditta che ha avuto in appalto gli interventi di consolidamento, Maria Grazia Doriana.

Si è in attesa dell’avviso di conclusione indagini. Nella mattinata di giovedì, infatti, sono state ascoltate dai pm come persone informate sui fatti i dirigenti dell’Ufficio ambiente della Provincia di Lecce, del comune, della soprintendenza, del genio civile, dell’ufficio foreste della regione puglia e dell’autorità di bacino. Alcuni di loro hanno affermato che ci sarebbero difformità tra il progetto definitivo approvato e i lavori eseguiti, altri si sono riservati di consegnare una relazione in merito.

In questi giorni sono state depositate anche le consulenze tecniche affidate all’ingegnere giuseppe Spilotro, esperto in geologia, e ai professori Dino Borri e Giuseppe Tommasicchio, delle Università di Bari e Lecce, sulle modalità con cui sono stati effettuati i lavori di consolidamento del costone. Stando a quanto finora accertato, gli interventi finanziati con 3 milioni di fondi Cipe anziché rendere più sicura la falesia e la spiaggetta sottostante le avrebbero irrimediabilmente danneggiate.

 

 

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