Cronaca

Monitoraggio acque Goletta Verde: nel Salento diversi depuratori “fuorilegge”

LECCE- Un trend che tende verso il positivo, ma la situazione non è certo rassicurante: non sono confortanti i dati tracciati da Goletta Verde dopo il monitoraggio della Puglia con 14 punti risultati “fuorilegge”, rispetto ai 31 analizzati lungo gli 865 chilometri di costa: in questi è stata evidenziata una carica batterica al di sopra dei valori consentiti dalla legge.

Acque inquinate da scarichi non depurati adeguatamente con presenze di escherichia coli e enterococchi intestinali che contribuiscono non solo ad inquinare i fiumi e il mare, ma che mettono in pericolo la stessa salute dei cittadini.

A causare l’inquinamento sono gli scarichi in mare dei depuratori spesso non consoni, alcuni scaricano nel sottosuolo, altri sono sottoposti a procedimento penale, in alcuni casi, come a porto cesareo, non c’è né la fogna né la depurazione.

Dal monitoraggio effettuato dall’Arpa Puglia nel 2013 con ben 2.404 controlli sulla conformità dei reflui in uscita sono stati riscontrati superamenti rispetto ai limiti tabellari almeno per un parametro monitorato in 39 depuratori .La Puglia, è la terza regione a livello nazionale per numero di illeciti a danno del mare riscontrati nel 2013
vediamo nel dettaglio la situazione nel Salento.

Otto i prelievi effettuati nel leccese, di cui tre “fuorilegge”. Fortemente inquinato è risultato il campionamento allo sbocco del canale su Lungomare Colombo, altezza via Savona, in località Marina di Leuca di Castrignano del Capo. “Inquinato”, invece, il giudizio per le acque campionate a Tricase (alla foce del canale del Rio a Marina Serra) e a Porto Cesareo (sbocco canale presso via Pontano in località Torre Lapillo). Dei cinque prelievi effettuati in provincia di Taranto, due hanno dato un giudizio di “fortemente inquinato”, nella città capoluogo (alla foce del fiume Galeso) e nei pressi dello scarico del depuratore in località Marina di Pulsano.

Situazione più critica nel brindisino, dove tre dei cinque campionamenti hanno dato un giudizio di “fortemente inquinato”: a Brindisi (allo sbocco del canale Giancola), a Torchiarolo (alla foce del canale Infocaciucci, in località Lendinuso) e a Ostuni (nei pressi dello sbocco del depuratore in via dei Pioppi, in località Villanova).

Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli olii esausti. . «Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche». A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare.

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